Radio Popolare non farà le sue dirette ironiche delle partite come ha sempre fatto per Europei e Mondiali. Racconteremo questo torneo soprattutto per i risvolti che esulano dal puro dato calcistico – il rigore, il fuorigioco, il capocannoniere e così via. È una decisione che abbiamo preso insieme, come lavoratori e lavoratrici della radio, consapevoli della complessità della questione. Questo infatti, non è certo il primo Mondiale ottenuto con la corruzione, né è l’unico in cui nei cantieri si è pagato un contributo di sangue. E poi il calcio è uno sport popolare, bellissimo per miliardi di persone, che fa sognare, che fa immaginare. E anche tra noi molti guarderanno le partite, magari tifando qualche squadra, ma non potevamo far finta di niente.
Non potevamo raccontare contropiedi e tiki-taka senza sentire dentro la contraddizione di questo torneo con i valori fondanti della nostra radio. I diritti sociali, prima di tutto, mai come in questi mondiali sono stati violati. Quelli civili, le donne, gli omosessuali e anche quelli ambientali: pensate solo agli stadi con l’aria condizionata che si disperde nell’ambiente o al fatto che questi stadi verranno demoliti a mondiale finito.
Questa è la nostra decisione, che speriamo condividerete. Per il resto un grande abbraccio ai milioni e milioni di bambini di tutti i continenti che sogneranno davanti alla tv, perché anche sognare è un diritto. E un abbraccio ancora più forte alle famiglie dei lavoratori nepalesi e indiani che in Qatar sono stati ignobilmente sfruttati e che spesso dal Qatar non sono tornati.