
Quest’autunno Lizard ha pubblicato la quarta avventura di Corto Maltese firmata da Juan Diaz Canales e Rubén (pejehero) Pellejero. Il duo spagnolo, che ha ripreso il personaggio di Hugo Pratt nel 2015, abbandona gli spazi sconfinati del Nord America e i grandi orizzonti dell’Oceano Pacifico per immergere Corto nei paesaggi urbani della bell’époque. “Notturno Berlinese”, ambientato tra i cabaret di Berlino e i vicoli di Praga del 1924, è l’occasione per Canales, sceneggiatore tra gli altri della serie Blacksad, di muoversi nel suo elemento e creare un noir ambientato agli albori del nazi-fascismo. Con il marinaio apolide e romantico che si ritrova alle prese con l’omicidio di un vecchio amico e per scoprire la verità – e forse vendicarlo – dovrà navigare tra sette esoteriche, organizzazioni paramilitari segrete, spie internazionali, set cinematografici espressionisti, tensioni ed euforia nella fragile Repubblica di Weimar e, ovviamente, funzionari nazionalisti. Rappresentante di un vecchio mondo che sta per scomparire travolto dalla guerra, il lupo di mare dovrà persino abbandonare la sua iconica divisa il tempo di qualche tavola. Per cercare di sfuggire al nuovo ordine che impone di mostrare i documenti anche a chi, cittadino del mondo e avventuriero, è abituato a passare tutte le frontiere senza visti né permessi di soggiorno.
Gli elementi classici di una storia di Corto Maltese ci sono tutti, compresi quei momenti onirici che erano particolarmente cari all’ultimo Hugo Pratt – anche se qui sono declinati in modo meno raffinato. Questa volta però, Canales e Pellejero (pejehero) si concedono una certa libertà, oltre che sui temi anche nel disegno, introducendo un leggero cambio grafico pensato per mettere in
risalto le scene notturne, appunto, e le luci e ombre delle città. Gli autori si appropriano un po’ di più del personaggio Corto e si muovono tra fantasia e realtà. Anche grazie agli articoli dello scrittore Joseph (Yosef) Roth che appare, in veste di sé stesso, come l’apprezzato corrispondente austro- ungarico da Berlino che tratteggiava la vita – e la morte – degli ultimi e degli emarginati nella Repubblica di Weimar.
Il risultato è una storia piuttosto densa ma scorrevole, che sa sfruttare un personaggio iconico e la sintassi d’ispirazione prattiana per ricordare al lettore che nell’oscurità, e nelle città, nascono e si nascondono dei veri mostri. E che “una società senza memoria è una bomba pronta ad esplodere”.
Notturno Berlinese, Juan Diaz Canales e Rubén Pellejero. 97 pagine a colori, Rizzoli Lizard, 20 euro