Una delle più grandi imprese dell’uomo è stata andare sulla Luna. Ci sono volute risorse, serietà e collaborazione per un obiettivo comune. Rispondere alla crisi climatica è un nuovo sbarco lunare, dicono trenta giornali di tutto il mondo. Hanno pubblicato un editoriale congiunto, coordinato dal Guardian, per prendere posizione sulla COP 27 e sull’emergenza climatica.
Sono partiti dall’attualità e hanno proposto azioni concrete. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i giganti del gas e del petrolio sono sempre più ricchi, dicono i giornali, per questo vanno tassati e i loro soldi devono finanziare un fondo per i paesi in via di sviluppo.
Si ricalca così il grande tema di COP 27. Gli Stati più ricchi, responsabili della crisi climatica, devono contribuire e rispettare soprattutto gli impegni già presi, come il fondo da 100 miliardi che doveva essere pronto entro il 2020 e che invece è ancora in fase di creazione. “Solo una persona su otto vive nei Paesi ricchi – hanno sottolineato i giornali – è un dovere morale preoccuparsi di tutti gli altri”. Preoccuparsi significa mettere mano al portafogli anche in un’altra direzione: gli Stati più colpiti dalla crisi hanno i debiti più alti. Fatica che si somma a fatica. Per questo, scrivono le testate, i debiti vanno cancellati. Tutte azioni straordinarie, è vero, ma straordinaria è la crisi che l’umanità affronta.
L’editoriale arriva mentre entra nel vivo la seconda settimana della Cop 27. Anche su questo i giornali esprimono un parere: gli accordi internazionali sono fondamentali, ma non possono diventare un alibi per non agire su scala locale. Nell’attesa di alleanze mondiali, è urgente che i Paesi iniziano ad agire sui loro territori.
Non è la prima volta che i giornali si uniscono in un’azione legata all’emergenza climatica. Già nel 2019, 400 testate si erano riunite nel Covering Climate Now, una rete che aiuta il mondo dell’informazione a occuparsi sempre più dell’emergenza e a mostrare le sue ricadute in ogni ambito, dalla politica allo sport.
L’informazione ha un potere, usarlo per raccontare la crisi climatica è una scelta. Schierarsi a favore di soluzioni concrete, come hanno fatto i trenta giornali oggi, è ancora un passo in più.
di Chiara Vitali