Il racconto della giornata di martedì 15 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Questo pomeriggio ci sono stati pesanti bombardamenti russi su tutta l’Ucraina. Come nelle scorse settimane sono state colpite soprattutto le infrastrutture energetiche e milioni di persone sono senza elettricità. Il governo italiano lavora alla stretta contro le ong, ma frena sui tempi, per evitare errori e bocciature da parte del Presidente della Repubblica Mattarella. E intanto la Francia ha bloccato i ricollocamenti dei richiedenti asilo e intensificato i controlli alla frontiera con l’Italia.
Pesanti bombardamenti russi su tutta l’Ucraina
(di Emanuele Valenti)
Questo pomeriggio pesanti bombardamenti russi su tutta l’Ucraina. Come nelle scorse settimane sono state colpite soprattutto le infrastrutture energetiche. Milioni di persone sono senza elettricità. Alcune città sono al buio.
I raid interessano tutto il paese: Kyiv, Leopoli, Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Mykolaiv, Odessa, Dnipro. Da est a ovest da nord a sud.
Secondo il ministero dell’energia sono i bombardamenti più pesanti dall’inizio della guerra.
A Kyiv – poco chiara la situazione altrove – colpiti anche edifici residenziali. Ci sarebbe almeno una vittima.
La tempistica: gli ultimi pesanti bombardamenti russi erano stati dopo l’esplosione sul ponte che collega Russia e Crimea. Questa volta invece a pochi giorni dal ritiro di Mosca da Kherson e in coincidenza con il G20 di Bali.
La strategia del Cremlino è sempre la stessa: siamo in difficoltà sul campo ma possiamo colpire sempre e ovunque e creare grossi problemi alla popolazione.
Proprio in queste ore dalla regione di Kherson arrivano notizie di riposizionamenti, arretramenti, russi anche sulla sponda orientale del fiume Dnipro.
La guerra in Ucraina, per le sue ripercussioni globali – energia, crisi economica, mercato alimentare – è uno dei temi centrali del G20.
Domani conosceremo la dichiarazione finale. Nelle bozze girate oggi c’è una condanna della guerra e delle minacce nucleari e vengono ricordate anche le conseguenze del conflitto sull’economia mondiale.
Lavrov, che rappresenta la Russia, ha accusato i governi occidentali di voler politicizzare il G20. Per evitare l’isolamento Mosca non deve allontanare Cina e India.
Ai capi di stato alla ricerca di una posizione di sintesi ha parlato Zelensky. Ha chiesto di lavorare per una fine giusta della guerra ma soprattutto ha ribadito la posizione di Kyiv: nessun negoziato fino a quando non verrà garantita – con l’avanzata sul campo o con una vera trattativa – l’integrità territoriale del suo paese.
Citerei quanto detto dal capo dell’esercito ucraino, Zaluzhnyi, al suo omologo americano Milley: non è il momento del compromesso, dobbiamo liberare il paese.
Per concludere: gli ucraini vogliono sfruttare il vento a loro favore, anticipare l’inverno e non consentire ai russi di cristallizzare la situazione e riorganizzarsi.
Il governo italiano lavora alla stretta contro le Ong
Il governo lavora alla stretta contro le ong, ma frena sui tempi, per evitare errori e bocciature da parte del Presidente della Repubblica Mattarella. Oggi i capogruppo dei partiti di maggioranza si sono riuniti al Viminale con il ministro Piantedosi per definire una linea comune, anche in vista dell’informativa che il Ministro dell’Interno terrà domani in parlamento. Da Roma Anna Bredice:
Molte delle proposte a cui lavora il governo non sono nuove e cozzano contro le sentenze dei tribunali, compresa la Corte di giustizia europea. Nuova invece è l’ipotesi di spostamento di competenze ai prefetti, ai quali spetterebbe quindi la decisione di applicare le sanzioni.
La Francia intensifica i controlli alla frontiera con l’Italia
Il ministro dell’interno francese Darmanin ha detto oggi in Parlamento che 44 dei 234 migranti a bordo dell’Ocean Viking saranno “espulsi dalla Francia verso il loro paese di origine non appena il loro stato di salute lo consentirà”.
La mancata accoglienza da parte dell’Italia di questa nave umanitaria, assieme allo sbarco selettivo dei naufraghi, sono alla base della crisi diplomatica sull’accoglienza dei migranti tra Roma e Parigi. Come reazione la Francia ha bloccato i ricollocamenti dei richiedenti asilo e intensificato i controlli alla frontiera con l’Italia.
(di Roberto Maggioni)
Alla frontiera bassa tra Ventimiglia e Menton oggi le auto scorrono quasi regolarmente. I controlli spot avviati dal governo francese venerdì scorso come ritorsione verso quello italiano per lo sbarco in Francia della Ocean Viking iniziano ad allentarsi. Se passa un’auto francese la gendarmerie guarda dentro l’abitacolo velocemente, se passa un’auto italiana indugia qualche secondo in più. Se passa un autobus sale un poliziotto francese a controllare. Poi dalle auto in coda iniziano a suonare i clacson, il poliziotto scende e l’autobus riparte. Fino a domenica però i controlli erano stati più intensi.
Ventimiglia si è riscoperta terra di frontiera sette anni fa, nell’estate del 2015 con la protesta sugli scogli della spiaggia dei balzi rossi. Con centinaia di migranti accampati. Durante quell’estate del 2015 la Francia sospende il trattato di Shenghen e non lo riattiva più. Da allora il confine è pattugliato più o meno intensamente a seconda dei momenti politici francesi. E questo è il momento dei muscoli per il governo Macron e di renderli ben visibili i controlli al confine italiano.
Ventimiglia pazientemente guarda e accoglie come può queste persone in transito, tra tante reti informali e le associazioni storiche, come la Caritas che siamo andati a trovare oggi pomeriggio nella sede proprio di fianco alla stazione dei treni. Sentiamo Maurizio Marmo della Caritas:
Da Evola ai No Green Pass, Gemmato è un pezzo della cultura del governo
(di Luigi Ambrosio)
Quello di Marcello Gemmato era un nome fino a oggi sconosciuto ai più. La sua notorietà era limitata al mondo di Fratelli d’Italia. Si sa che è deputato dal 2018, eletto in Puglia, che fa politica fin da ragazzino – iniziò nel Movimento Sociale – e che di professione è farmacista.
Più che altro, nelle sue biografie pubbliche, si legge che Gemmato si era detto contrario all’obbligo vaccinale e al Green Pass. E questa forse è una cosa un po’ più seria. Ci sta che per fare il sottosegretario uno non debba avere una specializzazione precisa, la politica segue altre logiche. Ma se si mette a fare il sottosegretario alla Salute uno che ha detto no a Green Pass e obbligo vaccinale, si sta compiendo una precisa scelta politica. Proprio oggi Meloni ha detto, parlando di COVID: “Cos’è la salute senza libertà?”
Inquadrata così, la vicenda Gemmato assume un altro colore. Diventa tutto più coerente. La sua difesa è classica: “Le mie parole sono state decontestualizzate”.
Gaffe o lapsus, o tutti noi che non abbiamo capito, Meloni e la maggioranza non disdegnano di avere un occhio di riguardo verso chi non sopporta le misure sanitarie.
“Fa fede la linea del governo”, ha detto il ministro ai rapporti con il Parlamento, Ciriani, per cercare di chiudere la vicenda del sottosegretario che mise in dubbio l’efficacia dei vaccini.
Appena prima di Ciriani aveva twittato il leghista Borghi. Per dire che condivide i dubbi del sottosegretario. A proposito di cultura del governo: anni fa Gemmato pubblicò sui social la foto di un adesivo. C’era scritto “meno Ebola, più Evola”. La malattia associata all’Africa da una parte, il filosofo razzista e antisemita che ha ispirato l’ala dura del neofascismo italiano, dall’altra.
I lavoratori della Gkn occupano l’aula del consiglio comunale di Palazzo Vecchio a Firenze
La vertenza dei lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio. Prosegue l’occupazione, iniziata ieri sera, dell’aula del consiglio comunale di Palazzo Vecchio a Firenze. “Qui siamo e qui rimaniamo, siamo anche pronti a rimetterci la fedina penale” hanno dichiarato nel pomeriggio gli operai. Chiedono una risposta concreta e risolutiva alla loro vertenza. Quasi un anno fa l’imprenditore Borgomeo aveva promesso il rilancio della fabbrica attraverso la riconversione industriale che non si è mai realizzato. Dari Salvetti della Rsu della Gkn: