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L’esordio di Meloni a Bruxelles, l’Ucraina al buio e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 3 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. “Salvare vite umane in mare è un obbligo morale e legale degli stati”, scrive in una nota la Commissione europea nel giorno del primo incontro tra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen a Bruxelles. Ma in mare restano quasi mille persone. “La situazione a bordo della Ocean Viking sta precipitando”, ha scritto stamattina in una nota Sos Mediterranee: “le previsioni danno mare agitato e temperature in picchiata”. In Ucraina case, uffici e negozi, per dodici ore al giorno non hanno corrente elettrica. E non solo: anche il riscaldamento – in molti casi – dipende dall’energia elettrica.

Quasi mille migranti sono in mare da tredici giorni

“Salvare vite umane in mare è un obbligo morale e legale degli stati”, scrive in una nota la Commissione europea nel giorno del primo incontro tra Giorgia Meloni e Ursula Von der Leyen a Bruxelles. Il riferimento è alle tre navi di ong con a bordo quasi mille migranti a cui il governo italiano, da ormai 13 giorni rifiuta di assegnare un porto di sbarco. “La situazione a bordo della Ocean Viking sta precipitando”, ha scritto stamattina in una nota Sos mediterranee: “le previsioni danno mare agitato e temperature in picchiata: tra i naufraghi molti portano i segni delle torture e degli abusi subiti in Libia”. L’organizzazione ha chiesto assistenza e coordinamento a Grecia, Francia e Spagna per consentirne lo sbarco. Di immigrazione ha parlato oggi anche il vicepremier Tajani, a colloquio, a Berlino, con la ministra Annalena Baerboeck. “Ho ribadito la posizione italiana sulle navi delle Ong”, ha detto Tajani al termine dell’incontro: “Devono anche loro rispettare le regole europee”. Non è chiaro a quali regole si riferisca, poiché le norme impongono appunto lo sbarco immediato nel più vicino porto sicuro. C’è, infine, un aggiornamento sul naufragio di tre giorni fa in Grecia. Dopo molte e complesse ricerche sono stati recuperati in mare 22 corpi, 5 dei quali di bambini.

Enrico Letta “non dice no” a Letizia Moratti

(di Alessandro Braga)

Dalla fantascienza all’horror, il passo è breve. Non parliamo di cinema, ma di politica. Politica lombarda. Nelle ultime ventiquattr’ore la domanda non è più se Letizia Moratti si candiderà alle prossime elezioni regionali, ma con chi. La scelta più probabile è una corsa solitaria, con la sua lista civica, magari appoggiata da una parte (o tutto) il cosiddetto terzo polo. E fin qui, è politica. La fantascienza, che sfocia nell’horror, sarebbe Letizia Moratti candidata del centrosinistra. I vertici locali del Partito democratico per la verità escludono categoricamente la possibilità. Ma il segretario, dimissionario, Enrico Letta, stamattina a domanda diretta si nasconde dietro un democristianissimo “Ci sono le condizioni per vincere. Il Pd lombardo presenterà una candidatura forte e apriremo una discussione con tutti quelli che vogliono mandare la Lega all’opposizione”. Insomma, non dice NO a Letizia Moratti. Prendendo per buona la premessa di Letta, più che ottimista, che ci sono le condizioni per vincere, ci si domanda: vincere, ok, ma come? La legge elettorale in Lombardia, turno unico e chi prende un voto in più dell’altro si porta a casa tutto, apre alle larghe (larghissime) intese. Ma per vincere bisogna convincere gli elettori. In quasi tre decenni di governo della destra in Lombardia, l’altra parte (non chiamiamola sinistra per carità) non è riuscita una volta che sia stata una nemmeno a trovare un candidato (e soprattutto un progetto politico) che scaldasse l’elettorato. Che ora per farlo debba affidarsi a una di destra, sarebbe fantascientifico. O horror.

L’Ucraina resta senza energia elettrica

In Ucraina nelle ultime ventiquattr’ore i bombardamenti russi si sono concentrati sulla infrastrutture, prima di tutto quelle energetiche. Il risultato è che il governo ucraino deve attuare dei black out programmati per risparmiare energia. Case, uffici, negozi, per dodici ore al giorno non hanno corrente elettrica. E non solo: anche il riscaldamento – in molti casi – dipende dall’energia elettrica. E se fino ad ora non ha fatto molto freddo, l’inverno ucraino ormai imminente, porta temperature ben sotto lo zero.

(di Alessandro Principe)

Il racconto è quello di Natalia Onipko, presidente della Ong ucraina Zaporuka, partner dell’italiana SoleTerre con cui ha progetti in comune di aiuto alla popolazione. Abbiamo raggiunto al telefono Natalia proprio durante una delle fasce orarie di black out

 

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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