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    Psicoradio – Basaglia si è fermato a Eboli? I disastri e le grandi differenze tra le Regioni italiane nella possibilità di cura della salute mentale

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    La redazione di Psicoradio

    E' la denuncia dalla SIEP (Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica), che parla anche di psicofarmaci, contenzione, e delle paure di pazienti e familiari. Nella trasmissione le interviste al dottor Fabrizio Starace, presidente della Siep, e a Teresa di Fiandra, tecnico del Ministero della Salute. Una persona con un disturbo psichico potrà stare meglio o peggio, essere curata più o meno bene, anche a seconda del luogo in cui vive. Lo suggeriscono i dati presentati nella 14° riunione scientifica della SIEP (Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica) che si è tenuta a Bologna il 18 e 19 maggio. La Siep ha rielaborato i dati del Rapporto salute Mentale del Ministero, analizzando la situazione del personale dei Dipartimenti di salute mentale. La fotografia che emerge è davvero allarmante perché evidenzia enormi differenze di condizioni tra le Regioni, e descrive un Sud che spesso non raggiunge gli standard minimi di un servizio efficiente. I Dipartimenti di Salute Mentale della Val d'Aosta, per esempio, hanno a disposizione quasi 19 medici ogni 100.000 abitanti; in Umbria per lo stesso numero di abitanti i medici sono solo 5. E siccome la psichiatria è un lavoro che dovrebbe basarsi principalmente sulla relazione, è un campo in cui le persone non possono essere sostituiti dalle tecnologie. Quindi, se non ci sono psichiatri in numero sufficiente, sostanzialmente viene a mancare la possibilità di una cura adeguata. In nove regioni italiane i DSM non garantiscono uno psichiatra ogni 10.000 abitanti, e solo Emilia Romagna, Liguria e Sicilia riescono a soddisfare gli standard di personale. “Psichiatria, KO in mezza Italia” titolava un articolo del Sole 24ore degli inizi di marzo, a cura del dott. Fabrizio Starace, commentando i dati del Ministero. In questa mappa del personale della salute mentale che vede il Sud così sfavorito, la Sicilia costituisce una eccezione: essendo anch’essa una Regione Autonoma gode di una condizione economica speciale e si colloca tra le Regioni con più personale. Una situazione così disomogenea non riguarda solo, i medici ma tutto il personale psichiatrico: in Val d’Aosta le persone impegnate nei DSM sono 109,3 ogni 100.000 abitanti, 94,6 nella provincia autonoma di Bolzano, ma nel Molise sono percentualmente solo 20,6, e in Umbria 33,6. Tutte le altre regioni del Sud Italia hanno a disposizione circa la metà del personale ogni 100.000 abitanti che opera in Val d’Aosta. Regioni come la Campania o il Molise non riescono a garantire la presenza di uno psicologo ogni 50.000 abitanti. Un altro dato interessante è quello del carico di pazienti per ciascuna persona, il cosiddetto “impegno assistenziale teorico”. Viene calcolato dividendo il numero dei pazienti presenti in un DSM per il numero dei medici (ma si può fare per ogni funzione: psicologi, infermieri, ecc.) in servizio; fornisce un risultato necessariamente teorico e impreciso ma comunque indicativo delle tendenze. Risaltano di nuovo i dati di Umbria e Molise, dove rispettivamente uno psichiatra dovrebbe assistere 319 e 245 pazienti; il minimo è costituito dai 109 pazienti della Toscana, mentre il valore medio in Italia è di 157 pazienti ogni psichiatra. Anche per gli psicologi l’impegno (teorico) è molto variabile, e va dai 146 pazienti per ciascun psicologo della p.a.di Trento, ai 1.036 pazienti che ogni psicologo dovrebbe trattare nelle Marche, con il clamoroso record dei 1.470 pazienti a testa che toccherebbero ad ogni psicologo del Molise! E’ evidente che il termine “teorico” in questo caso sta a significare che ci sono migliaia di pazienti che non riusciranno mai a parlare con uno psicologo, e che vedranno i loro psichiatri solo molto molto raramente, per pochi minuti, il tempo di uno psicofarmaco somministrato in fretta, mentre una lunga coda di pazienti aspetta il suo turno. Psicoradio ha intervistato il dottor Fabrizio Starace, presidente della Siep, e a Teresa di Fiandra, tecnico del Ministero della Salute. PSICOFARMACI, STIGMA, CONTENZIONE, PAURE Oltre ai numeri del personale psichiatrico, il congresso Siep di Bologna ha affrontato molte altre questioni importanti per la vita quotidiana dei pazienti. Sul tema di “trattamenti non coercitivi” - che non leghino i pazienti - gli psichiatri Giovanni Rossi e Alessio Saponaro hanno presentato i risultati di 6 anni di monitoraggio negli SPDC dell’Emilia Romagna ( i luoghi in cui vengono curate le persone con disturbi psichici in situazione di crisi). La situazione varia molto: a Modena gli standard appaiono ancora elevati, mentre è stato sottolineato il caso di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, dove non è mai stata legato nessun paziente. E mentre viene riaffermato l’obiettivo di giungere a “contenzione zero”, il monitoraggio mostra come in 6 anni (2011-2016) in Emilia-Romagna la contenzione è diminuita del 41%. “La contenzione è proibita e nessuno viene legato all’interno delle REMS, dove ci sono persone che hanno commesso reati anche molto gravi - sostiene Franco Corleone, (Commissario per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari) che ha presentato una relazione dal titolo “Mai più OPG” - non si vede perché non sia possibile smetterla negli SPDC”. Lorenza Magliano, professore di psichiatria dell'Università della Campania, ha presentato una ricerca effettuata sui medici di base di Napoli che si interroga sulle numerose conseguenze dello stigma, dei pregiudizi nei confronti dei pazienti psichiatrici. La parola “schizofrenia” evoca scenari di pericolosità e fa paura anche a loro: molti medici infatti considerano pericolosi i loro pazienti, e solo il 27%degli intervistati dichiara che è possibile instaurare con loro relazioni di fiducia. Un aspetto conseguente è che i medici di base tendono a sottovalutare i problemi fisici dei pazienti psichiatrici, attribuendo i disturbi che i pazienti denunciano alla malattia psichica, e non prendendoli in considerazione. Di conseguenza, per i pazienti psichiatrici vengono richieste dai medici di base meno analisi “comuni” (colesterolo, glicemia, ecc.). ed i pazienti psichiatrici rischiano un 50% in più di disturbi non diagnosticati. Un progetto della Regione Emilia-Romagna presentato dalla dottoressa Antonella Piazza, e realizzato assieme ad alcune associazioni di familiari e utenti, si interroga sull’appropriatezza dell’uso di antipsicotici nei disturbi schizofrenici. Una parte della ricerca ha indagato il tema delle paure. I pazienti temono che una volta che viene prescritto loro uno psicofarmaco, non lo smetteranno mai; altri temono di diventarne dipendenti. Contemporaneamente, però, c’è anche chi denuncia la paura che gli psicofarmaci possano far perdere una parte importante di se stessi, della propria identità, di cui la sofferenza costituisce una parte rilevante, anche se problematica. “E’ vero. – conferma Morena, psicoredattrice - Io sento le voci da quando sono bambina, e durante la mia vita le voci mi hanno anche aiutato. All’inizio, quando mi hanno dato dosi massicce di psicofarmaci, forse perché non le sentissi più, ho avuto paura: di perdere una parte di me, di non essere più io. Di sentirmi più sola, più vulnerabile”. La ricerca ci dice che per i familiari dei pazienti, invece, i timori più presenti sono due: la paura di un decadimento cognitivo, di un intorpidimento della prontezza e dell’intelligenza, e quella del forte ingrassamento provocato dagli antipsicotici, con i conseguenti problemi di salute fisica. Queste paure, secondo la ricerca, sono aggravate dal fatto che i medici tendono a non ascoltare davvero quello che dicono pazienti e familiari quando esprimono un timore o si lamentano di un effetto secondario. A proposito dell’uso degli psicofarmaci, secondo la dottoressa Piazza sono gli stessi psichiatri a denunciare la mancanza di una formazione adeguata: nel corso degli studi viene loro insegnato a scegliere e dosare gli psicofarmaci, ma non a diminuirli o a toglierli. Possiamo pensare che questa lacuna nella formazione in psichiatria sia il lascito di una cultura che per troppo tempo ha considerato la malattia psichica una specie di condanna incurabile, e non ha creduto nella possibilità di un miglioramento, di una evoluzione né tantomeno di una recovery. Per fortuna, molte realtà stanno dimostrando con i fatti che queste concezioni del disturbo psichico sono antiche, sbagliate e ignoranti.

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    Putin avverte: la Russia continuerà a testare altri missili ipersonici

    Il presidente russo Vladimir Putin questa sera è tornato a parlare del missile Oreshnik lanciato ieri su Dnipro, in Ucraina. Il capo del Cremlino ha detto che il test del missile ipersonico è stato un successo ed ha avvertito che la Russia continuerà a testarne altri. Putin ha anche detto di aver ordinato la "produzione in serie" di questo tipo di missili che – ha detto - "Nessun sistema al mondo è capace di intercettare”. Il comandante delle truppe missilistiche russe ha anche detto che questi missili possono raggiungere obiettivi in tutta Europa. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di un’escalation del conflitto che lo stesso Putin ha definito “quasi globale”. Oggi il premier polacco Donald Tusk ha detto che le ultime ore dimostrano che la minaccia di un conflitto globale è seria e reale. Abbiamo raggiunto a Kiev l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi e gli abbiamo chiesto come è stato visto il lancio di questo missile in Ucraina.

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    Esteri di venerdì 22/11/2024

    1) Le minacce di Mosca. “il lancio del missile ipersonico di ieri è stato un successo, continueremo i test” ha detto Putin, mentre il premier polacco Tusk avverte: il rischio di conflitto globale è serio. (Lorenzo Cremonesi - Corriere della Sera) 2) Il mandato d’arresto per Netanyahu non ferma il massacro. A Gaza 38 morti da questa mattina. Il mondo si divide su come comportarsi davanti alla decisione della corte penale internazionale, ma i paesi che la riconoscono hanno degli obblighi giuridici. (Chantal Meloni - Università degli studi di Milano) 3) Stati Uniti. Donald Trump nomina Pam Bondi procuratrice generale dopo il ritiro di Matt Gaetz per gli scandali sessuali (Roberto Festa) 4) La polizia brasiliana incrimina formalmente l’ex presidente Bolsonaro per tentato colpo di stato. Se riconosciuto colpevole, potrebbe rischiare fino a 20 anni di carcere. (Luigi Spera) 5) A Buenos Aires femministe di Non Una di Meno e Nonne di Plaza de Majo insieme contro la violenza sulle donne e le politiche del governo di Milei. (Andrea Cegna) 6) Storie Estreme. Il caso Shell e il futuro della lotta ai combustibili fossili (Sara Milanese) 7) Mondialità. Il cacao e il caffè sono ancora insostenibili (Alfredo Somoza)

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    Poveri ma belli di venerdì 22/11/2024

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

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    Giovedì 21 novembre 2024 a Playground, Elisa Graci e Matteo Villaci hanno ospitato Fabiana Palladino per una chiacchierata e alcuni brani live, piano e voce.

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    Playground di venerdì 22/11/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

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    Jack di venerdì 22/11/2024

    Dopo apertura con breve racconto del live di Fabiana Palladino, ascoltiamo la scheda di Marcello Lorrai sui Tinariwen, artisti della settimana, poi ospitiamo prima Stefano Ghittoni che ci parla del suo libro "Musica Concreta", poi Carlo Corbellini dei Post Nebbia ci racconta il loro nuovo disco "Pista Nera"

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    Musica leggerissima di venerdì 22/11/2024

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

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    Pippo Delbono presenta Il risveglio

    A partire da poesie e racconti originali, Pippo Delbono mette in scena un gesto di solitaria ribellione, mosso dalla volontà di continuare a vivere, allargando lo sguardo verso ciò che ci circonda, a costo di trovarsi di fronte a una realtà peggiore di quella da cui si era fuggiti. Attraverso il racconto salvifico delle proprie debolezze, paure e speranze, l’artista crea uno spettacolo che è un’invocazione alla rinascita e che, a partire da un’esperienza personale, sfocia nella rappresentazione universale di quel “sentimento di perdita” che riguarda tutti. Il risveglio è un lavoro sulle cadute e i risvegli, dedicato a chi si è addormentato e poi risvegliato, e a chi ancora non lo ha fatto. Attorno a Pippo Delbono, gli attori della Compagnia danzano sulle note struggenti che suonano lamenti di amore e tenerezza evocando un rito sacro, un funerale forse. Sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi, in scena con il suo strumento, e su brani che provengono dalla memoria degli anni Settanta, Delbono si ripete: «Devi danzare, danzare nella tua guerra». Ira Rubini l'ha raggiunto per Cult il giorno dopo il debutto milanese del suo spettacolo Il risveglio

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    Considera l’armadillo di venerdì 22/11/2024

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali ospite Teresa Maresca a parlarci del suo libro Il primitivo del sogno. Walt Whitman e l'arte dalla natura, @algra editore. A cura di Cecilia Di Lieto.

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