Berlusconi è andato troppo oltre? Il problema non è più solo il rapporto conflittuale a dir poco con Giorgia Meloni. Il problema è anche il Quirinale, adesso. Ci sono garanzie che per Mattarella sono fondamentali: i rapporti con l’Europa, la collocazione internazionale. Fin dai tempi del governo gialloverde su questo Mattarella è stato inflessibile. Un governo e una maggioranza “amici di Putin”, senza le virgolette ma anche con le virgolette, sarebbe improponibile.
E allora Berlusconi avrà anche mostrato di non sopportare una leadership diversa dalla sua, avrà anche alzato tantissimo il livello dello scontro per ottenere più posti possibile, ma cosi facendo ha boicottato tutto fino a creare un problema più grande delle trattative su Casellati Ministra della Giustizia o altri tasselli dell’esecutivo.
Le sue parole su Putin non sono accettabili e infatti il primo effetto è che Tajani potrebbe saltare come ministro degli Esteri perché come fa il coordinatore del partito il cui capo dice quelle frasi sul presidente russo e sull’invio delle armi all’Ucraina a stare alla Farnesina? Ma questo è solo il primo effetto.
Il problema è che le parole di Berlusconi ora possono risvegliare tutti i simpatizzanti russi che stanno nella maggioranza e che fino a questo momento Meloni era riuscita a fare stare buoni. A cominciare ovviamente da Salvini e dalla Lega. E infatti era appena uscito l’audio di Berlusconi su Putin quando il nuovo presidente della Camera, il leghista oltranzista Fontana, affermava che le sanzioni alla Russia non ci fanno bene. Era la sua prima intervista da numero tre dello Stato.
Non dimentichiamo che la Lega ha firmato un contratto di collaborazione con il partito di Putin, Russia Unita, che prevede pure lo scambio di informazioni politiche e istituzionali. Anche per questo Meloni aveva deciso di tenere Salvini lontano dal Viminale e di dare invece spazio a Giorgetti che negli anni si è avvicinato a Washington.
Meloni ha fatto di tutto per fornire garanzie di collocazione atlantista. E ora arriva Berlusconi a ricordare che il primo putiniano d’Italia è stato lui fin dagli anni 2000. Erano altri tempi. La Russia non aveva invaso l’Ucraina.
Una cosa è cambiare governo. Un’altra cosa sarebbe ribaltare le strategie internazionali a guerra in corso.