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Pubblica di giovedì 06/10/2022
A cura di:Raffaele Liguori
«Sul lavoro stiamo assistendo ad una forma moderna di ciò che era la servitù della gleba nel Medioevo». Alain Supiot è un giurista del lavoro e filosofo del diritto, fa parte del College de France. Al centro di suoi studi, dall’inizio degli anni ‘90, c’è la ricerca di “uno statuto del lavoro, al di là dell’impiego”. Il lavoro non è solo questione di occupazione, di impiego, ma è un’esperienza della vita. Perchè il lavoro è sempre più svalutato, degradato? «Un segno oggettivo di questa perdita di valore – racconta a Pubblica Alain Supiot - è il prezzo del lavoro, a livello globale. Possiamo dire che il reddito da lavoro è in calo da 30 anni rispetto al reddito da pensione. Le ragioni di ciò sono dovute essenzialmente alla globalizzazione, che ha permesso di mettere in concorrenza tra loro i lavoratori di tutti i Paesi e quindi di coinvolgere il mondo del lavoro in una spirale negativa delle condizioni di vita e di lavoro, mettendo gli uni contro gli altri». Alain Supiot era ospite ieri della Fondazione Feltrinelli per parlare di rappresentanza del lavoro. Nell’intervista a Pubblica, su questo punto, Supiot sostiene che la competizione tra lavoratori «ha disarmato le organizzazioni collettive che tradizionalmente potevano garantire la difesa del lavoro, siano esse organizzazioni politiche o sindacali».
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