Quella di Bonomi suona come una archiviazione di Salvini. Bonomi è milanese e prima di approdare a Confindustria è stato alla guida di Assolombarda, l’associazione degli imprenditori di Milano. Il dato non è secondario.
Il referente politico degli imprenditori del Nord non è più Salvini. È una questione di opportunità politica dato che anche nelle regioni del nord Fratelli d’Italia ha superato e spesso più che doppiato la Lega.
Questo non potrà non avere conseguenze nella partita per la formazione del Governo. La Lega domani riunisce il suo Consiglio Federale, la direzione del partito. Mentre a porte chiuse le cose per Salvini non vanno benissimo, c’è da aspettarsi che a uso mediatico l’esito della riunione in via Bellerio sarà la richiesta di tre ministeri: l’Interno ovviamente per Salvini, l’Agricoltura, considerato dai leghisti un bastione, e il Ministero Affari Regionali, per spingere sull’autonomia delle Regioni del Nord.
Ma Salvini è sempre più debole. Negli ultimi giorni Meloni ha continuato a tessere le sue relazioni fuori dal Palazzo. Ha una sponda in Confindustria e un’altra l’ha cercata perfino nei sindacati con quella uscita sulla considerazione da dare ai corpi intermedi.
Quando Meloni parla di esecutivo “inattaccabile” pensa a un profilo incompatibile con Salvini che sotto attacco lo è eccome, per i rapporti con Mosca e per il processo in corso a Palermo, oltre che per la sconfitta politica.
È una questione di opportunità e di lotta politica. Sabato scorso nella sua prima uscita pubblica Meloni si è fatta applaudire dalla Coldiretti. A Milano. Altro che ministero dell’Agricoltura. Era un segnale. Ora il nuovo potere a destra è nelle sue mani. Anche quello che un tempo fu leghista.