
Donne, vita, libertà. A Parigi sono in centinaia a gridare lo stesso slogan che risuona nelle piazze iraniane in questi giorni.
Per Lili, quarant’anni, nata in Iran ma francese dall’adolescenza, è necessario far sapere alle donne iraniane che all’estero le sostengono, perché hanno ragione: “Oggi in Iran uomini e donne sono scesi in piazza insieme, perché le donne non vogliono essere controllate dagli uomini e gli uomini non vogliono controllarle. Tutti vogliono semplicemente una vita normale e, che si tratti di economia o di educazione, è sempre più difficile vivere normalmente in Iran. Siamo qui per sostenerli, per lo meno per far sentire che gridiamo con loro”.
E anche, spiega Mojtaba, per chiedere ai governi occidentali di far sentire la propria voce: “Noi viviamo qui, a Parigi, in Francia, che dicono essere il paese della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. È il paese di Voltaire, di Montesquieu, ma il presidente non ha detto una parola sull’Iran. Tutta la gente, in Iran, è stata felicissima quando ha visto il presidente del Cile parlare all’ONU di quello che stava succedendo. E gli altri? Silenzio.”
Come ha ricordato l’autrice di Persepolis, Mariane Satrapi, tra gli organizzatori della manifestazione: “È importante che la comunità internazionale mandi un segnale forte”, per dare coraggio a chi protesta, rischiando anche la vita.