Beatrice Lorenzin vive in un’altra epoca. Anzi, in epoche e in luoghi diversi da quelli in cui vive la maggior parte di noi. In ogni caso, non vive nell’Italia del 2016. Ed è forse questa la principale ragione per cui dovrebbe lasciare il suo incarico, dare le dimissioni da ministra della Salute.
L’esponente dell’Ndc ne ha combinata un’altra: dopo le recenti polemiche sul “Piano nazionale per la fertilità” – un vero e proprio manifesto ideologico che di fatto sanciva la superiorità di chi fa figli – il ministero aveva optato per una campagna più neutra sugli “Stili di vita corretti per la prevenzione della sterilità e dell’infertilità”.
Più neutra ?!? Se con le linee guida del piano per la fertilità, il ministero della Lorenzin aveva espresso concetti simili a quelli che esprimeva il regime fascista (Italia anni ’30), con la la copertina dell’ultimo opuscolo siamo nell’Alabama degli anni ’60, o nel Sud Africa dell’apartheid.
La famiglia bianca e tradizionale viene contrapposta come modello positivo a un gruppo di giovani neri e/o hippy che invece rappresentano i cattivi nella narrazione del ministero.
Una gaffe? Magari chi ha scelto quella copertina era distratto ma è evidente che, come nel caso del Piano nazionale per la fertilità, anche dietro questa “leggerezza” c’è un impianto ideologico non degno di un membro del governo nell’Italia repubblicana.
Il Piano nazionale per la fertilità promuoveva solo il modello madre. Ora, se mai fosse possibile, Beatrice Lorenzin riesce a fare una cosa ancora peggiore: trasformare la sanità pubblica in sanità razzista. Per questo dovrebbe dare le dimissioni. Immediatamente.