Nel frullatore preelettorale son finiti i dolori psichici giovanili. Sbocco naturale in vista del voto se anoressia, autolesionismo, isolamento, bulimia, bullismo fossero al centro d’un piano per adolescenti vittime di due anni di pandemia e d’una società che ha rubato il futuro alle generazioni. Invece occasione è stata Giorgia Meloni che ha scambiato buio dell’anima per devianze garantendo: con me al governo lo sport farà crescere «italiani sani e determinati». Chi vellica la pancia d’un Paese smarrito canta ciò che i suoi vogliono udire e da sirena pesca nell’inconscio collettivo. Le crisi insopportabili suggeriscono novità “a prescindere”, rimozioni di massa, semplificazioni, rassicurazioni. Basta frequentare bus o vedere come sui media tutto s’appiattisce: aumento di prezzi e bollette, giochi di Putin sul gas, paure per inverno e lavoro, aggressioni di giovani sui treni, branco che istiga al suicidio. Chi nella competizione dovrebbe mettere scale di valori, idee di uomo e mondo invece non sa dare immagini che scaldino i cuori e non ha esperienze di politiche nazionali o locali coi giovani. È andata a tutti bene la logica del bonus: casa, elettrodomestici, trasporti, psicologo. Il bonus è arma ambigua: attenzione per emergenze; ma senza strategie e priorità mantiene ingiustizie, distorsioni. Negli stessi adolescenti suscita reazioni opposte. Prospettive non chiare anche in chi dovrebbe prestare le cure. Note ufficiali stupiscono. Ordine degli Psicologi del Lazio: «Non entriamo nel merito politico della questione», come i giovani fossero bega Meloni/Letta. Per chi s’occupa di psiche non prender posizione sui nessi tra idea di uomo, civitas, episodi è o superficialità (non esiste terzietà professionale avulsa dai contesti storico, civile, culturale!) o convenienza corporativa. I giovani stan male? Se non tengon dentro dolore e vuoto li sfogano su sé o altri? Per curarli Ordini e Associazioni psicoanalitiche si riservan trattative con chi vince? Altri bonus? Sarebbe tradire le attese. C’è un libro di Sciascia: “A futura memoria. Se la memoria avrà un futuro”. Con ‘ste elezioni a chi scrive sembra di farlo “a futura memoria”. Contando che i giovani ci sian sempre. Almeno loro!
Devianze, belli e sani: a futura memoria (psicologo concedente)
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Marco Garzonio
Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.