Proposta rispedita al mittente. Se nella sua convention liberalpopolare a Milano Stefano Parisi aveva teso una mano alla Lega e a Matteo Salvini, per provare a ricostruire un centrodestra unito in Italia, sulla falsa riga (riammodernata) di quella coalizione che portò nel 1994 Silvio Berlusconi a guidare il paese, il leader della Lega non ha avuto dubbi, e sul “sacro pratone” di Pontida ha lanciato il suo dicktat. Insieme sì, ma alle sue condizioni: ossia una linea populista e antieuropea, che i possibili alleati non devono contrattare, ma semplicemente accettare. “Non voglio tornare al 4% – ha detto davanti a un popolo entusiasta il segretario della lega – ma nemmeno fare alleanze al ribasso solo per conquistare qualche poltrona: il mio obiettivo è cambiare il paese”. Il nemico dichiarato per Salvini, che ha rivendicato le sue alleanze a livello europeo con i gruppi di estrema destra di mezzo continente, resta l’Europa dei burocrati e dei banchieri, anche se non ha risparmiato attacchi al governo italiano. Insomma, per il leader leghista, la strada intrapresa dalla sua segreteria è quella giusta. Ma difficilmente gli altri pezzi di quello che è stato il centrodestra italiano saranno disposti a seguirlo.
Qui potete sentire un estratto del discorso di Matteo Salvini a Pontida
Quel che è certo, è che Salvini ha il suo popolo che lo sostiene. Il prato di Pontida non è grande come appare in televisione, e le abili strategie nel mettere sempre più fila di stand in modo da rimpicciolire ancor di più lo spazio calpestabile fanno sembrare una folla oceanica quella che ha applaudito il leader leghista. Ma, anche se i numeri del passato non son ostati raggiunti, quelli che c’erano erano entusiasti della linea salviniana. E a Salvini, alla fine, questo interessa.
Qui potete sentire alcune voci di militanti leghisti