In Spagna il sesso senza consenso sarà considerato stupro. La Camera spagnola ha approvato in via definitiva un disegno di legge che prevede che venga considerato uno stupro qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non abbia dato il proprio consenso.
Quando nel 2016 a Pamplona, durante la festa di San Firmino, una ragazza di 18 anni veniva stuprata da 5 uomini che si facevano chiamare “La Manada”, il branco di lupi, uno di loro filmava la scena. Il video servì poi a un giudice per stabilire per i 5 stupratori una pena di 9 anni di carcere, con l’accusa di abuso sessuale, e non di aggressione.
Nel video, infatti, la ragazza era immobile e con gli occhi chiusi. Questo bastò per stabilire che non c’era stata violenza, e quindi nessun stupro. È qui che in Spagna si cominciò a parlare di consenso, e le femministe portarono avanti una battaglia durata sei anni e 49 giorni.
Da ieri, infatti, la legge “Solo il sì è un sì” è stata approvata. Non verranno più analizzate la risposta e la reazione della vittima davanti a un’aggressione, ma la sua volontà. Il sesso senza consenso è stupro, è così semplice come sembra. Eppure, la Spagna è solo il 13esimo paese in Europa a considerarlo così.
La maggioranza dei paesi europei ha una definizione legale di stupro basata sull’uso della forza, minaccia di uso della forza o coercizione, senza alcun riferimento al principio del consenso. Tra questi, c’è l’Italia, dove solo due mesi fa la Corte d’Appello di Torino ha assolto un ragazzo condannato in primo grado per violenza sessuale perché secondo i giudici, la ragazza, lasciando la porta del bagno di una discoteca socchiusa, lo aveva “invitato a osare”.
La responsabile, quindi, è la vittima. Un problema che in Italia continua a ripresentarsi ma che nessun partito politico sembra prendere in considerazione. Nei programmi elettorali si parla in modo generico di contrasto alla violenza di genere, ma mancano le proposte, mancano i dettagli e – non c’è bisogno di dirlo – non si parla di leggi sul consenso.
La Lega, poi, parla di un obiettivo “zero femminicidi” proponendo la “scorta alle donne vittime di stalking”. Ancora una volta, la politica non riesce a guardare in faccia il problema e priva le donne della loro libertà con la scusa di proteggerle, mentre lascia liberi i “branchi di lupi”.