Beppe Grillo riprende in mano le redini del Movimento 5 Stelle. E’ stato evidente il suo attivismo, nei giorni più complicati della vicenda che riguarda Roma e la sindaca Raggi. Dal comizio di Nettuno, alla missione nella capitale per incontrare i parlamentari pentastellati, fino all’annuncio di voler ripensare il ruolo del “direttorio”. Un organismo che si trovato al centro della bufera romana, con le divisioni al proprio interno e le ombre sulla figura – finora in primissimo piano – di Luigi di Maio. La struttura di coordinamento sarà allargata, ha annunciato il fondatore del Movimento.
“In futuro continueremo ad allargare la struttura di coordinamento del Movimento”, ha scritto Grillo sul suo blog. “Meno individualismo, credo che Beppe ci stia chiedendo questo”, ha chiosato il presidente della Commissione di vigilanza Rai, membro del direttorio, Roberto Fico. Insomma, potrebbe esserci una redistribuzione delle deleghe, una maggiore articolazione a livello regionale, si parla anche di una sorta di “consiglio di saggi”. Sta di fatto che – dopo il passo indietro dei mesi scorsi – l’emergenza Roma ha fatto tornare in prima fila Grillo che – insieme a Davide Casaleggio – sarà d’ora in poi nuovamente in campo.
Quello della classe dirigente del Movimento 5 Stelle è sempre stato un tema. Gli strumenti di selezione “dal basso” hanno portato certamente un senso di rinnovamento ma allo stesso tempo tempo stanno mostrando tutti i loro limiti, ora che il Movimento si trova a governare realtà importanti come Roma e in prospettiva si prepara al salto nazionale. “La democrazia diretta è un’utopia – commenta Piergiorgio Corbetta, Direttore di ricerca dell’Istituto Cattaneo – ogni movimento politico deve riuscire a istituzionalizzarsi per poter sopravviere e progredire”.
Ascolta l’intervento di Piergiorgio Corbetta