E’ una doccia fredda per il Governo la pubblicazione del dato Istat sulla crescita del Pil nel secondo trimestre del 2016. A dispetto delle aspettative (e delle speranze) dell’esecutivo, l’Istituto conferma la stima preliminare negativa fatta ad agosto: crescita zero.
L’Istat però ha però corretto al rialzo altri due dati: la variazione rispetto al secondo trimestre del 2015 (+ 0,8% contro il +0,7% stimato ad agosto) e la crescita acquisita per il 2016 – quella che si verificherebbe se l’anno terminasse senza altre variazioni (che si attesterà su un +0,7% invece che +0,6%).
Insomma dai dati emerge che il prodotto interno lordo si è fermato su base trimestrale, interrompendo la ripresa economica che dura cinque trimestri consecutivi.
Entrando nel dettaglio dei diversi settori, si vede come nei servizi si è registrata una dinamica positiva (+0,2%) capace di pareggiare il calo dell’industria ma troppo debole per andare oltre. Anche all’interno dei servizi peraltro il dato non è ugualmente incoraggiante per tutti: se tirano commercio, trasporto e turismo, non si può dire altrettanto per banche, assicurazioni, istruzione e sanità.
I dati sono arrivati proprio mentre si inaugurava l’edizione 2016 del Forum Economico Ambrosetti a Cernobbio, dove in mattinata ha fatto tappa proprio Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha mostrato comunque ottimismo: “C’è ancora molto da fare, ma il 2016 si chiuderà meglio del 2015. E il deficit è al livello più basso degli ultimi 10 anni”.
Ascolta uno stralcio dell’intervento di Renzi a Cernobbio
Sullo stato dell’economia italiana, fotografato da questi dati dell’Istat, abbiamo chiesto un commento all’economista Francesco Daveri, ordinario di Politica Economica all’Università Cattolica del sacro Cuore
Ascolta l’intervista di Omar Caniello a Francesco Daveri