Carlo Calenda pone le sue condizioni al Partito Democratico e il tema vero sono le alleanze e ancor più il profilo della coalizione. In conferenza stampa con Emma Bonino il leader di Azione ha parlato di termovalorizzatori, di nucleare, di rigassificatori, di politiche economiche che devono ricalcare quelle del governo Draghi.
Sapendo benissimo che questo significa, a oggi, il rifiuto della componente a sinistra dell’alleanza che il PD sta cercando di costruire e infatti il No di Verdi e Sinistra Italiana è arrivato nel giro di pochi minuti, come era inevitabile.
E ovviamente il no ai 5 Stelle è nelle premesse del discorso di Calenda.
Calenda vuole insomma una alleanza esclusiva con il PD, senza il nemico Conte e senza quelle che definisce “frattaglie a sinistra”, cioè Bonelli e Fratoianni dal suo punto di vista.
La proposta di rivedere il reddito di cittadinanza e di abolizione del bonus edilizio serve casomai a drenare voti da Forza Italia. Per ora è una operazione di Palazzo, e il primo risultato è il prossimo annuncio dell’ingresso di Gelmini in Azione.
Un prezzo alto, forse troppo alto, per non pochi nel Partito Democratico. Stiamo parlando di quell’area che guarda a sinistra, e che non è felice della rottura del dialogo coi 5 Stelle e che sogna di recuperarli. Operazione impossibile, a oggi.
Il programma del Patto Repubblicano di Calenda e Bonino è una serie di punti che guardano a Draghi non solo come fonte ispiratrice ma pure come prospettiva futura. Se le cose dovessero andare bene i calendiani proporrebbero di nuovo Draghi a Palazzo Chigi. Cosa che oggi non piace a Letta. E se con il leader di Azione il dialogo da parte del PD è difficile, qualche telefonata è partita nei confronti di Emma Bonino, per cercare di ottenere quantomeno qualche ammorbidimento nei toni.