Dalle strade di Bruxelles, al villaggio di Onalua, nel cuore della RDC. Migliaia di congolesi commossi hanno accompagnato con musiche e danze la bara con i resti di Patrice Emery Lumumba.
Quello che fu il primo ministro del Congo belga alla proclamazione dell’indipendenza, nel 1960, torna a casa più di 61 anni dopo il suo omicidio. Di lui rimane ben poco. Un solo dente, conservato come un trofeo di caccia da uno dei poliziotti belgi che si occuparono di far sparire il corpo. Dopo il colpo di stato del settembre 1960, l’eroe dell’indipendenza fu arrestato a Kinshasa dagli uomini di Mobutu e portato nella ricca provincia meridionale del Katanga, che aveva dichiarato la secessione con l’appoggio degli ex coloni.
Qui, il 17 o il 18 gennaio ’61, fu fucilato con due compagni d’armi. Il suo corpo fu poi smembrato e dissolto nell’acido. Se oggi sappiamo a grandi linee quello che è successo, in realtà ci sono moltissime ombre sull’assassinio di Lumumba. Non si sa chi ha premuto il grilletto ed è persino impossibile sapere con certezza se il dente che è stato consegnato alla famiglia durante una cerimonia di Stato a Bruxelles, il 20 giugno, sia veramente il suo.
La restituzione, insomma è soprattutto simbolica.
Quando il primo ministro belga ha consegnato alla famiglia il cofanetto di velluto blu con la reliquia, che è poi stato riposto in una bara, ha rinnovato le scuse del governo per il ruolo giocato dal Belgio nell’omicidio.
Molto probabilmente, fu il ‘discorso dell’indipendenza’ che Lumumba fece a braccio davanti al re del Belgio il 30 giugno 1960 a segnare il suo destino. Il primo ministro criticò ferocemente la colonizzazione, evocando tutte le sofferenze, i soprusi e le discriminazioni subiti dai congolesi. Celebrando la lotta per l’indipendenza e rivendicando una futura gestione più equa delle risorse del paese. Un vero affronto per la casa reale, che pensava di poter continuare a sfruttare le ricchezze del Congo grazie a un governo compiacente.
Oggi la RDC rimane un paese diviso e il personaggio di Lumumba non mette d’accordo tutti. Ma nessuno può negare che sia stato un padre della nazione e che negli anni sia diventata una vera icona culturale panafricana. Il tentativo di cancellarne la memoria è fallito, al punto che la questione è stata centrale, in Belgio, durante Black Lives Matters. E l’accoglienza riservata alle sue spoglie in patria è un chiaro segnale dell’importanza di questa restituzione.
Dopo due giorni di cerimonie nel suo villaggio natale, la reliquia inizierà un tour di nove giorni nel paese fino ad arrivare a Kinshasa il 30 giugno. È qui, nel memoriale che gli è dedicato, che Patrice Lumumba sarà inumato alla fine di tre giorni di lutto nazionale.