Ben 89 seggi. Un risultato così non se lo aspettava nessuno. Persino i dirigenti del Rassemblement National pensavano di ottenere esagerando 60 deputati perché, storicamente, l’estrema destra si è sempre scontrata con il cosiddetto “soffitto di vetro”, a causa del sistema maggioritario e del famoso Front Republicain che la penalizzava al secondo turno. Invece, la formazione di Marine Le Pen è ormai il primo partito d’opposizione.
Cosa è successo? Per alcuni esperti, è il segno che l’RN è ormai radicato nel territorio, in particolare nel Sud e nel Nord del paese. Altri evidenziano l’astensione altissima, diventata ormai strutturale, a cui si è aggiunto il crollo del Front Republicain a livello locale.
In questi giorni i macronisti hanno impostato una campagna anti Nupes, mettendo spesso sullo stesso piano l’unione delle sinistre e l’ex Front National. E a sinistra si è puntato molto sul sentimento anti-Macron. Basti pensare che l’RN ha vinto 62 duelli che la contrapponevano alla coalizione presidenziale su 108 e 33 sui 61 in cui ha affrontato la Nupes.
Da un lato, i candidati della sinistra esclusi dal ballottaggio hanno in gran parte chiesto agli elettori di fare “barrage” ma non sono stati ascoltati. I dati dicono che si sono astenuti o hanno votato bianco o scheda nulla. Dall’altro, gli appelli dei candidati della macronia sono stati meno chiari e meno numerosi e si calcola che i loro elettori si siano astenuti nel 72% dei casi, che il 16% abbia votato Nupes ma il 12% abbia scelto l’RN. Un dato impensabile fino a poco tempo fa, per un partito che è nato per fare da baluardo contro l’estrema destra. In questi duelli, il numero di schede bianche o nulle aumenta ancora più vertiginosamente.
Le uniche occasioni in cui l’astensione non ha favorito l’RN sono quelle in cui si scontrava con la destra dei Republicains. Che hanno vinto 24 duelli su 26.
Tra i due litiganti, insomma, il terzo gode. Marine Le Pen ha continuato a fare una campagna discreta e, anche più di metà del suo elettorato della presidenziale non è andato a votare, è riuscita a sfruttare efficientemente la lotta tra macronisti e Nupes. Se guardiamo al numero di voti, infatti, lo scarto positivo rispetto a 5 anni fa è di poco più di un milione di elettori ma in percentuale oggi l’RN rappresenta il 18% dei voti espressi.
L’astensione, che sfiora il 54%, riguarda soprattutto gli operai, le classi popolari urbane e periurbane e i giovani. Due terzi degli elettori di meno di 24 anni non vanno a votare, per disinteresse, mancanza di rappresentatività o sfiducia nel sistema. Da questo punto di vista Mélenchon, che puntava a risconvolgere gli elettori di sinistra, e in particolare i giovani, ha perso la sua scommessa. Come per Marine Le Pen, più della metà dei suoi elettori alla presidenziale non sono andati a votare.