![Ms. Marvel](https://www.radiopopolare.it/wp-content/uploads/2022/06/Ms-Marvel.jpg)
Quando nel 2013 la Marvel Comics ha annunciato che un personaggio di nome Kamala Khan sarebbe stato la nuova incarnazione della supereroina Ms. Marvel, si sono scatenati i soliti malumori, più o meno in mala fede.
Co-creata dall’autrice americana di origini pakistane Sana Amanat, Kamala Khan è una ragazzina musulmana che vive a Jersey City, nel New Jersey, è una fan sfegatata degli Avengers e soprattutto di Carol Danvers/Captain Marvel, e a un certo punto riceve poteri speciali, diventando una supereroina proprio come il suo idolo.
Nel 2013, erano passati appena due anni dall’introduzione nei fumetti di Miles Morales, il primo Spider-Man afroamericano (e afrolatino), disegnato tra l’altro dalla fumettista italiana Sara Pichelli. Conoscete il ritornello: “Non staremo esagerando con questo politicamente corretto”? La domanda, naturalmente, rivela in sé il proprio pregiudizio – la vera “dittatura culturale”, semmai, sarebbe quella che per oltre mezzo secolo ha imposto in automatico supereroi bianchi, e in maggioranza maschi –, ma Kamala Khan e Miles Morales hanno in comune molto di più delle polemiche sollevate dai soliti noti.
Entrambi, tanto per cominciare, hanno in breve tempo fatto piazza pulita dei detrattori a prescindere, conquistando frotte di appassionati lettori. Entrambi sono una variazione sull’archetipo fumettistico di Peter Parker/Uomo ragno, probabilmente il supereroe più amato di sempre: hanno i superpoteri, certo, ma sono ragazzini, hanno la stessa età del target a cui si rivolgono i fumetti, e così per i giovani lettori è molto facile identificarsi.
Nella storia del fumetto, tradizionalmente ai grandi supereroi adulti – Superman, Batman, etc… – a un certo punto è stato sempre affiancato un “aiutante” più giovane, proprio per favorire l’immedesimazione dei piccoli fan, fino a quando ai leggendari Stan Lee e Steve Ditko non è venuta l’idea di rendere direttamente protagonista il giovane eroe. La formula funziona benissimo sia per Miles Morales (che è anche ufficialmente un nuovo Spider-Man) sia per Kamala Khan, ed entrambi sono già sbarcati anche sul grande e sul piccolo schermo. Miles in alcune serie cartoon e nel bellissimo lungometraggio animato Spider-Man: Un nuovo universo (quasi sperimentale nei suoi molti stili e tecniche d’animazione), Kamala nella nuova serie Ms. Marvel, da poco avviatasi su Disney+, e che la porterà nel cast del prossimo film The Marvels.
Interpretata dalla giovanissima Iman Vellani, attrice adolescente alla primissima esperienza davanti alla macchina da presa, la serie è realizzata da un team che, tra registi, sceneggiatori e produttori (tra questi ultimi figura anche Sana Amanat, l’autrice del personaggio), è a maggioranza musulmano-americana, proprio come la protagonista.
La serie è una teen comedy per certi versi classica – Kamala è una ragazzina fantasiosa, entusiasta e un po’ imbranata, che si trova a dover coniugare le quotidiane difficoltà della vita da teenager con l’improvviso arrivo dei superpoteri – ma arricchita dal contesto culturale, che cerca di portare sullo schermo, per quanto possibile, l’autenticità dell’esperienza di un’adolescente di seconda generazione. E quindi le incomprensioni con la famiglia, la sensazione di sentirsi fuori posto, i tumulti dell’adolescenza si sommano felicemente a quelli della migrazione e all’elemento fantastico del genere supereroico.
Ms. Marvel, la serie, è la prima produzione del Marvel Cinematic Universe ad avere al proprio centro un personaggio supereroico musulmano. Lo stesso vale per i fumetti, che dagli addetti ai lavori sono ritenuti di grande rilevanza culturale, proprio per l’ampio pubblico che sono riusciti a raggiungere.
La serie tv, è ovvio, sta arrivando a un pubblico ancora più ampio, e infatti le polemiche si sono riaccese, è nato perfino un gruppo Facebook chiamato “Cristiani contro Ms. Marvel”, anche se sospettiamo che pochi tra i suoi ben 15 mila membri si siano occupati di vedere effettivamente l’episodio pilota della serie. La quale, nel frattempo va per la sua strada, e speriamo che segua le ottime orme del fumetto, portando sullo schermo volti e storie che, fino a oggi, ci sono stati troppo poco: da grandi poteri, lo sappiamo, derivano grandi responsabilità.