Approfondimenti

Le milizie russe sono entrate a Severodonetsk, l’effetto della guerra sui prezzi del cibo e le altre notizie della giornata

Severodonetsk Donbass

Il racconto della giornata di mercoledì 1 giugno 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A quasi 100 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina i russi sono a un passo dalla conquista di un importante centro strategico nel Donbass, la città di Severodonetsk. La crescita del costo dei beni alimentari dovuta al conflitto in Ucraina è destinata ad essere di lunga durata. Oggi l’Anmil ha pubblicato i dati dei primi mesi di quest’anno: un incremento del 48% degli infortuni rispetto all’anno scorso. 261 i morti dal primo gennaio al 30 aprile. In Giappone si va verso l’approvazione della pillola abortiva ma costerà 780 dollari e per averla sarà richiesto il consenso del partner. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

I russi sono a un passo dalla conquista di Severodonetsk

A quasi 100 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina i russi sono a un passo dalla conquista di un importante centro strategico nel Donbass, la città di Severodonetsk. Le truppe di mosca oggi sono tornate a bombardare pesantemente anche il sud dell’Ucraina in particolare la città di Mykolayv “Stanno sparando nuovi proiettili del peso di oltre 100 chili a una distanza di circa 40 chilometri, provocando danni significativi agli edifici residenziali” ha dichiarato il governatore ucraino della regione.
Gli ultimi sviluppi dell’offensiva russa nel Donbass con il nostro collaboratore Luca Steinmann

In questo contesto oggi il Cremlino ha ribadito la disponibilità di Putin ad un incontro con Zelensky ma sulla base di un documento di intesa. L’ultimo documento e incontro tra le due delegazione fu a Istanbul ma risale ormai a molte settimane fa. E’ possibile a questo punto una ripresa delle trattative? Ascoltiamo l’opinione di Alberto Negri editorialista de “Il Manifesto”

Si alza intanto la tensione tra il Cremlino e Washington dopo la decisione di Biden di inviare missili multipli a lunga gittata.
La Casa Bianca assicura che non verranno usati per colpire il territorio russo, Lavrov ha risposto che «non è credibile» e che ora c’è il rischio di un ampliamento del conflitto.
Sulla strategia americana ascoltiamo Fabrizio Tonello americanista e docente di scienze politiche all’università di Padova

L’effetto della guerra sui prezzi del cibo durerà fino al 2024 e oltre

Mentre la segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen ha ammesso di aver sbagliato le previsioni sull’inflazione, la Bce potrebbe decidere un rialzo di 50 punti base per cercare di frenare la spinta all’aumento dei prezzi, ai massimi storici nell’Eurozona. Lo ha detto Robert Holzman della Banca centrale europea.

E la crescita del costo dei beni alimentari dovuta al conflitto in Ucraina è destinata ad essere di lunga durata, secondo un rapporto di Standard & Poor’s. Fino al 2024 e oltre, è la previsione. L’analisi individua le cause della fiammata dei prezzi nella chiusura dei porti, la carenza di fertilizzanti, l’interruzione del commercio e il rialzo dei carburanti.
Secondo Coldiretti se la crisi durasse così a lungo 200 milioni di persone rischierebbero di trovarsi in condizioni di grave sicurezza alimentare.

Abbiamo chiesto al geografo dell’Università di Torino Giacomo Pettenati qual è la ragione di un impatto così forte e di lunga durata

 

Nei primi quattro mesi del 2022 ci sono stati 261 morti sul lavoro

Un incidente al minuto.
“In Italia si continua a morire e si continua a essere feriti sul lavoro: oltre 6/700mila incidenti all’anno che corrispondono mediamente a uno ogni minuto, ha detto Bruno Giordano, direttore capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro

“Bisogna fare innanzitutto formazione e sensibilizzazione delle imprese – ha aggiunto il magistrato – in particolare delle piccole e medie imprese, perché è in questi luoghi che si verificano la maggior parte degli infortuni”.

Oggi l’Anmil ha pubblicato i dati dei primi mesi di quest’anno: un incremento del 48% degli infortuni rispetto all’anno scorso. 261 i morti dal primo gennaio al 30 aprile. L’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro ha pubblicato il report in occasione del 2 giugno: domani festa della repubblica. “fondata sul lavoro”, sottolinea l’associazione.

Una pillola per pochi: l’aborto in Giappone è un vero privilegio

(di Eleonora Panseri)

Mentre gli occhi del mondo restano puntati sugli Stati Uniti, dove c’è grande attesa per la decisione che la Corte Suprema prenderà tra poche settimane sulla Roe v. Wade, in Giappone entro la fine dell’anno il governo dovrebbe approvare la pillola abortiva, già disponibile in 70 Paesi nel mondo. L’ingresso del Giappone in questa lista è tuttavia accompagnato da un grande “Ma”. [CONTINUA A LEGGERE]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

15 milioni di morti nel mondo più della media, nel biennio 2020-2021. Sono i dati dell’Oms del biennio della pandemia.
Dato che le vittime ufficialmente attribuite in modo diretto al Covid sono circa 6 milioni, l’eccesso di mortalità risulta essere molto più grande.
C’è quindi molto probabilmente un numero ampio di decessi per Covid non registrati ufficialmente come tali. E poi ci sono le vittime indirette, le persone morte cioè non direttamente per il virus ma per altre patologie o per le carenze del sistema ospedaliero, messo sotto stress dalla pandemia.

Quello che si può ricavare dai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità è che l’eccesso di mortalità è più alto nei paesi più poveri, e all’interno dei singoli paesi – ad esempio gli Stati Uniti – nella zone a reddito più basso. Insomma: anche la pandemia non è stata uguale per tutti. Le disuguaglianze hanno pesato anche in questo caso.

A studiare questo particolare aspetto del dossier dell’Oms è stata Chiara Sabelli giornalista scientifica di “Scienza in rete”.

Lele Liguori l’ha intervistata

 

 

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

    Clip - 18-04-2025

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    Esteri di venerdì 18/04/2025

    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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