Approfondimenti

Il nuovo pacchetto di sanzioni dell’Europa contro la Russia, l’addio a Carlo Smuraglia e le altre notizie della giornata

Volodymyr Zelensky ANSA

Il racconto della giornata di martedì 31 maggio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Stop al petrolio russo, ma solo fra otto mesi, nel gennaio 2023. È l’accordo raggiunto dall’Unione Europea che oggi ha approvato il sesto pacchetto di sanzioni. L’Esercito russo, intanto, ha preso il controllo di circa metà di Severodoneck. Le forze di Kiev, spinte verso il fiume Donne, stanno ancora difendendo i quartieri occidentali. Intanto in Italia il maldestro tentativo di Matteo Salvini di incontrare Putin a Mosca non poteva finire peggio e la Lega continua a perdere consensi. Addio al presidente emerito dell’Anpi Carlo Smuraglia, partigiano, professore, avvocato e politico, morto la scorsa notte a 98 anni. Domani l’annuncio ufficiale del cambio di proprietà del Milan, che dal fondo d’investimento Elliott passerà in mano a Redbird se non ci saranno sorprese nelle prossime fasi dell’operazione. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’UE fissa l’embargo al petrolio russo via mare

Entrerà in vigore non prima di otto mesi l’embargo al petrolio russo che arriva in Europa via mare; mentre per le forniture tramite oleodotto ancora non c’è una data. 
Lo prevede il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca approvato oggi dal Consiglio Europeo straordinario.
I leader europei hanno comunque presentato il vertice come un successo e come un segno di unità: “L’accordo è stato un successo, l’Italia non ne esce penalizzata” ha detto il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che ha ottenuto l’ok al tetto al prezzo del gas come misura temporanea. 
“Queste sanzioni distruggeranno la capacità di Putin di finanziare la guerra”, ha detto la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.
 L’embargo al petrolio russo via mare scatterà però tra otto mesi, e sono previste esenzioni speciali alla Repubblica Ceca per 18 mesi e fino al 2024 per la Bulgaria.


Il conflitto resta concentrato nel Donbass. Severodonetsk divisa in due

È ancora nel Donbass che si concentrano gli scontri: a Severodonetsk si combatte aspramente, l’esercito russo ha preso il controllo di circa metà della città, spingendo le forze di Kiev verso il fiume Donec. 

Il sindaco ammette che la città è tagliata in due, ma dice che i soldati ucraini stanno ancora difendendo strada per strada i quartieri occidentali. Nel centro abitato sono rimasti intrappolati circa diecimila civili. 
Dopo Severodonetsk l’obiettivo russo diventerebbe Lysyčansk, centro minerario su una collina. Con Lysyčansk, tutta la provincia di Lugansk sarebbe sotto il controllo russo. 
Resta ancora in mano ucraina quasi metà dell’altra provincia contesa, quella di Donetsk. Su questo fronte oggi ci sono stati scambi di missili e colpi di mortaio, con reciproche accuse di aver colpito anche civili
Secondo l’intelligence ucraina il presidente russo Putin avrebbe dato ordine di prendere tutto il Donbass entro il 1° luglio, cioè entro un mese. 
Mosca da parte sua smentisce di avere una deadline; le offensive militari in corso mostrano che l’obiettivo è conquistare più territori possibile prima che arrivino ed entrino in funzione su suolo ucraino le armi americane.


Il maldestro tentativo di Salvini di incontrare Putin penalizza tutta la Lega

(di Anna Bredice)

Non poteva finire in modo peggiore il maldestro tentativo di Matteo Salvini di incontrare Putin a Mosca: Mario Draghi che preferisce non infierire, “il governo”, ha detto, “è allineato con il G7 e l’Unione Europea e non si fa spostare da queste cose”, il partito che inizia a non poterne più, l’alleato di destra, Crosetto di Fratelli d’Italia, che lo invita a prendersi una vacanza, Giuseppe Gargani, ex Forza Italia, che dice in sostanza che se l’avesse fatto fare a Berlusconi, sarebbe andata meglio. E infine pure il mondo pacifista si allontana sdegnosamente, “è chiaro che le mosse di Salvini, ha detto oggi Fratoianni di Sinistra Italiana, non c’entrano un fico secco con il pacifismo”. Peggio di così non poteva andare per Salvini che su tutta questa vicenda oggi ha riservato due righe per dire che lui pensa alla pace e il PD alle armi, dedicando molta più attenzione a ciò che forse inizia a preoccuparlo e cioè il partito.
In una nota Salvini dice che la Lega è “una grande squadra con persone che hanno caratteri diversi”. Il ministro Giorgetti, che si potrebbe definire filo governativo, sulla missione in Russia ha espresso tutto il suo disappunto e poi tra le righe ha fatto capire quale è la prossima prova di Salvini per potersi meritare la poltrona che ricopre, “noi pensiamo di essere i più bravi al mondo, ma sono gli elettori che decidono”. Parole non causali, tra due settimane ci sono le elezioni amministrative, e nei voti di lista si vedrà se Berlusconi e Meloni avranno la meglio sulla Lega. Nei sondaggi è un’erosione continua, nell’ultimo di due giorni fa la Lega è ai livelli del 2014, al 15%.
Dall’inizio dell’anno Salvini non ha azzeccato neanche una mossa. Per il Quirinale le scelte sono state tutte sbagliate, poi la guerra in Ucraina, la sciagurata missione in Polonia. Il tentativo di stare con un piede dentro e uno fuori dal governo si è rivelato spesso fallimentare, perché alla fine Salvini ha dovuto sempre accettare le condizioni poste da Draghi. Ora deve mantenere la guida della Lega, è difficile che Giorgetti, Zaia e Fedriga gli chiedano un passo indietro a meno di un anno dalle elezioni. Tenteranno di attenuare le mosse spregiudicate da campagna elettorale, come quella di Mosca, organizzata dall’ex forzista Capuano, che ha già capito come tira l’aria. “Come finirà questa storia, si è chiesto oggi, sarò fatto a pezzi”. Sarà il capro espiatorio nel tentativo di salvare ancora una volta Salvini e il governo.

Addio a Carlo Smuraglia

La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, lo ha omaggiato definendolo “un maestro di libertà”. Carlo Smuraglia è morto la scorsa notte a 98 anni. Ne aveva poco più di 20 quando si unì alla lotta partigiana. Dopo la guerra fu professore universitario, avvocato e politico: consigliere regionale in Lombardia dal ’70 all’85, poi parlamentare dal ’92 al 2001. Dal 2011 al 2017 è stato presidente dell’Anpi, di cui poi è diventato presidente emerito. Pochi mesi fa ai nostri microfoni aveva parlato così dello stato attuale della democrazia italiana:

Oggi Radio popolare ha aperto i microfoni ad ascoltatori e ascoltatrici che hanno ricordato Smuraglia, sottolineando sia il suo impegno civile sia la sua umanità:


 

Il Milan passa al fondo d’investimento Redbird

L’annuncio ufficiale è atteso domani, ma il contratto che avvia il passaggio di proprietà del Milan è già stato firmato. L’accordo è tra due fondi d’investimento statunitensi, Elliott – che controlla la società rossonera dal 2018 – e Redbird, che la prenderà in mano tra alcuni mesi se non ci saranno sorprese nelle prossime fasi dell’operazione. Il suo valore secondo indiscrezioni potrebbe essere di un miliardo e 300 milioni, in un contesto in cui buona parte delle squadre di calcio italiane è gestita da società straniere, e in particolare statunitensi. Abbiamo intervistato il sociologo dello sport Pippo Russo:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

https://twitter.com/MinisteroSalute/status/1531676788837040129

https://twitter.com/RegLombardia/status/1531658823148228615

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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