C’è una nuova fotografia simbolo di Aleppo: è quella di Omran Daqneesh, un bambino di cinque anni, salvato da sotto le macerie di una casa bombardata.
Omran Daqneesh è rimasto ferito insieme ad altri bambini nel quartiere Qaterji. L’attacco aereo sarebbe stato lanciato o dall’aviazione siriana o da quella russa, impegnate nell’assedio della città
Omran si è salvato, ma a centinaia e centinaia di altri bambini è andata male. Sono morti sotto le bombe d’aereo o di artiglieria che sono state sparate in questi lunghi mesi d’assedio della città. Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, dall’inizio del conflitto nell’intera Siria sarebbero stati uccisi almeno 15.000 bambini.
L’accusa dell’Unicef
Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki Moon ha denunciato la catastrofe umanitaria di Aleppo. Ma le sue parole sembrano essere cadute ancora una volta nel vuoto. Ma perché non si ferma la strage? Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef in Italia, lancia un appello alla mobilitazione per porre termine al conflitto e punta il dito contro le potenze in campo, ma anche contro le opinioni pubbliche occidentali e non, che non hanno fatto nulla per chiedere la fine del conflitto. “Nessuno si è mosso, nessuno è sceso in piazza. Eppure la catastrofe umanitaria va avanti da tempo” – dice a Radio Popolare
Qui potete ascoltare il j’accuse di Andrea Iacomini