Ministra Lamorgese, Presidente Draghi, questa si chiama discriminazione. Lo diciamo noi prima che imbarazzati ve lo scrivano le comunità d’accoglienza, il terso settore e magari l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Perché siamo davvero soddisfatti che per i minori non accompagnati Ucraini presenti sul nostro territorio il ministero dell’interno abbia previsto una retta di 100 euro al giorno per essere nutriti, alloggiati e anche formati e seguiti, ma perché per tutti gli altri ragazzi e bambini soli in Italia rimangono solo 45 euro, meno della metà? I minori ucraini in tre mesi sono già diventati la maggioranza, 4000 su 14mila in totale. E cresceranno ancora. Quindi richiedono uno sforzo eccezionale ai Comuni in primis che hanno il compito ella presa in carico e che ricevono i fondi, ma soprattutto al terzo settore che ne organizza davvero l’accoglienza e il welfare attraverso bandi e convenzioni. Quindi bene i 100 euro. Ma perché non vengono stanziati 100 euro al giorno anche per i 2325 ragazzi egiziani, i secondi più numerosi che lo Stato italiano ha in custodia, perché non vengono dalle guerre? E allora kosovari, afgani, somali sudanesi o siriani…? Sono fuggiti da guerre non europee o vecchie? O forse sono più difficili da integrare nella nostra cultura? Dovrebbero semmai ricevere più aiuto. Comunque la si giri non c’è toppa per coprire questa discriminazione. Anche perché è da quattro anni che la società civile dice ripetutamente al ministero dell’interno che il contributo di 45 euro è insufficiente per qualsiasi progetto di inclusione e autonomia. Basta appena per mantenerli in vita. Lo Stato italiano non riesce a promettere un futuro a 14mila bambini e ragazzi senza discriminarne il colore della pelle, la lingua o la cultura di provenienza?
Accoglienza minori: se 100 euro vi sembrano troppi
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Autore articolo
Claudio Jampaglia