“Noi li avevamo avvertiti che finiva male”. Dalle parti del PD mettono due volte le mani avanti. Una volta per chiarire che l’elezione di Stefania Craxi non è opera di suoi franchi tiratori, ma di una maggioranza che ha messo insieme il centrodestra, Italia Viva e qualcuno del gruppo misto. E una seconda volta per dire che la débâcle del candidato pentastellato Licheri è tutta colpa di Giuseppe Conte.
“Li avevamo avvertiti” che i nemici di Conte erano lì pronti ad aspettare la prima occasione utile per fargli male. Anche perché il capo politico del Movimento 5 Stelle deve prendere atto una volta di più che oltre alle difficoltà con gli alleati fa fatica con il suo partito.
I dimaiani se ne stanno defilati, la sconfitta in commissione Esteri non è una loro sconfitta, anzi li rafforza. Al neo-atlantista ministro degli Esteri, Stefania Craxi non sta poi così antipatica mentre per i grillini duri e puri quel cognome continua ancora oggi a essere sulfureo.
Brucia anche perché la linea della commissione cambia radicalmente: “Sono figlia di un uomo che non ha mai esitato a mandare armi a chi lotta per la libertà” è stata una delle prime dichiarazioni di Stefania Craxi. Ora Conte dice che la maggioranza non c’è più. Ma sembra, almeno per il momento, una minaccia destinata a cadere nel vuoto.
Quindi uscite dalla maggioranza? gli chiedono. “La questione è più complicata” risponde Conte.