E’ stato l’ultimo atto dell’ex assessore all’urbanistica Ada Lucia De Cesaris, prima di lasciare l’incarico, approvato poco dopo dalla giunta di Milano.
E’ l’accordo con Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato per la riqualificazione degli scali dismessi. Una questione importantissima perché gli scali dismessi sono delle aree gigantesche e finora inutilizzate o quasi, in piena città. Un accordo che modificherà radicalmente Milano, non solo il suo skyline, ma la vita di chi ci abita.
Partiamo dai numeri: si tratta di 7 aree (Farini, Greco-Breda, Lambrate, Porta Genova, Romana, Rogoredo e San Cristoforo) per un totale di circa 1.250.000 metri quadrati, che verranno riqualificate secondo i criteri di sviluppo sostenibile, con un’edificabilità massima di circa 674mila metri quadrati, notevolmente ridotta rispetto a quella di oltre un milione di metri quadrati del precedente Pgt, targato Letizia Moratti.
In quegli spazi nasceranno nuovi spazi pubblici, nuovi parchi urbani e circa 10 km di nuove piste ciclopedonali. Oltre a 2.600 nuovi alloggi di housing sociale. L’housing riguarderà in particolare tre aree: Lambrate, Greco e Rogoredo. Negli scali Romana e Farini ci sarà invece un mix di commerciale e di edilizia libera, mentre a Porta Genova commerciale e terziario. A San Cristoforo verrà realizzato un grande parco di 100mila metri quadrati.
Ogni scalo destinerà a verde e servizi il 50 per cento del territorio per un totale di 595 mila metri quadrati, di cui 513mila a parco, una volta e mezzo Parco Sempione per dare un’idea rispetto all’esistente, con la piantumazione di 5mila nuovi alberi. Ma che soprattutto, dice Gabriele Pasqui, direttore del dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, “riunirà diverse aree della città, ora divise proprio dagli scali. Recuperando a nuova vita le aree dismesse, e cambiando gli stili di vita dei cittadini milanesi”.
Qui sotto l’intervista integrale a Gabriele Pasqui.