Klaudia Reynicke è nata a Lima, vive a Lugano e il suo primo lungometraggio di finzione è stato girato tra il Canton Ticino e l’Alto Adige. Presentato nella sezione Cineasti del Presente al Festival del film di Locarno, Il Nido prende spunto da un fatto di cronaca accaduto a Losanna. Era il 2002, quando fu ritrovato nella neve un bambino incosciente e seminudo, con ferite e percosse che lasceranno in lui danni permanenti, rendendolo disabile. La storia del film riprende dai giorni nostri, con il ritorno del fratello della vittima a Bucco, paese immaginario, luogo di pellegrinaggio religioso in cui la giovane Cora conduce visite guidate al santuario. I due personaggi, interpretati da Fabrizio Rongione (attore nella maggior parte dei film dei Dardenne) e Ondina Quadri (Amori e metamorfosi, Arianna), scoprono un punto di contatto, pur trovandosi dalle parti opposte.
Lui appartiene alla famiglia straniera che ha subito l’affronto, lei è la figlia del Sindaco di Bucco e nipote di una delle tante donne chiuse e bigotte presenti in quella comunità. Intorno a loro un segreto inconfessabile, che si scoprirà alla fine del film.
Tra i temi presi di mira dall’obiettivo della Reynicke: la paura del diverso, l’intolleranza, il senso di colpa, l’omertà, gli intrighi politici, la mercificazione e l’esasperazione religiosa. Come ha raccontato al microfono di Radio Popolare da Locarno 69.
Ascolta l’intervista a Klaudia Reynicke