E’ un paradosso, ma gli attacchi a Maria Elena Boschi potrebbero favorire Matteo Renzi.
La Ministra delle Riforme è da tempo oggetto di critiche molto dure da parte dei sostenitori del No al referendum costituzionale di Novembre. Per le sue gaffes, e per le sue prese di posizione molto distanti rispetto alla cultura tradizionale della sinistra, come quando se la prese con i partigiani dell’Anpi il cui direttivo ha deliberato il sostegno alla campagna per il No.
La vignetta Il Fatto Quotidiano ha suscitato l’indignazione del Partito Democratico e la reazione della Presidente della Camera, Laura Boldrini ed è stato solo il caso più forte di una escalation di attacchi.
Tutto questo potrebbe non essere un male per Renzi.
Il Premier è in calo di popolarità. Secondo i sondaggisti si attesta poco al di sopra del 30 per cento.
E Renzi ha commesso l’errore di personalizzare il referendum affermando che si sarebbe ritirato dalla politica se avesse prevalso il No. Il vicepresidente dell’istituto Piepoli, Alessandro Amadori, intervistato da Radio Popolare ha spiegato che tra coloro che andranno alle urne, tre su cinque lo faranno per votare su Renzi. Amadori la definisce “window opportunity”. Di fatto, l’occasione per mandare a casa l’inquilino di Palazzo Chigi.
La manovra di presa di distanza dalle urne è iniziata ma è difficilissima, anche perché tra poco, a settembre, la campagna elettorale entrerà nel vivo. Renzi ha iniziato a dire il contrario di quanto affermato in passato, ovvero che il referendum non è su di lui, aiutato in questo dalle opinioni di chi gli consiglia di non dimettersi in caso di sconfitta.
Oggi i continui attacchi a Boschi spostano il fuoco dell’attenzione da lui alla Ministra. L’estate 2016 non è caldissima dal punto di vista meteorologico ma lo è, molto, sul piano della politica interna. E in questi giorni nel mirino c’è lei. Renzi resta defilato. Non può che esserne contento.