“La mia unica consolazione pensando agli effetti di Brexit sul mio Paese, condannato a qualche decennio di difficoltà dal voto al referendum, è che si potrà parlarne in teatro, il luogo dove si potrà mantenere un coinvolgimento con l’Europa e con il mondo.”
Così il noto drammaturgo inglese Simon Stephens, autore fra l’altro di “Harper Regan”, spettacolo messo in scena la scorsa stagione dal Teatro Elfo Puccini di Milano, e da sempre in prima linea, come molti intellettuali britannici, nella battaglia per la permanenza in Europa.
Il teatro di Stephens analizza le relazioni umane o, come lo stesso autore afferma, “Ciò che le persone fanno ad altre persone”. La sua scrittura non è mai slegata da istanze sociali e politiche, e si sofferma sempre sul disagio quotidiano e sullo spaesamento familiare e culturale.
Ospite alla Biennale Teatro di Venezia, il drammaturgo ha risposto a una nostra domanda, a partire dalla parola “relazione”, in riferimento alla recente decisione della maggioranza dei cittadini britannici sull’uscita dall’Europa.
Ascolta la risposta di Simon Stephens