“Due milioni di siriani ad Aleppo sono a rischio morte”. E’ l’appello lanciato dai rappresentanti delle Nazioni Unite, Yaaqoub El-Hello e Kevin Kennedy, e rivolto a tutti i belligeranti per una tregua umanitaria di 48 ore. La popolazione assediata sia nella parte Est sia a Ovest è da giorni senza acqua e senza elettricità, a causa della rottura degli impianti colpiti dalle bombe.
L’appello del Palazzo di Vetro contiene anche un avvertimento rivolto sia ai governativi sia alle opposizioni armate: “Quando la popolazione viene privata intenzionalmente di cibo e di altri beni fondamentali per la sopravvivenza, l’assedio rappresenta un crimine di guerra“.
A Ginevra, esperti militari russi e statunitensi stanno studiando la possibilità di assolvere alle richieste dell’Onu, per l’introduzione di un cessate il fuoco di 48 ore per consentire la riparazione degli impianti e la fornitura di scorte di cibo e medicinali alla popolazione civile.
I due rappresentanti internazionali sottolineano anche la grave situazione sanitaria nelle città siriane. El-Hello e Kennedy sottolineano che nelle ultime settimane vi sono stati “innumerevoli civili uccisi e feriti” nei bombardamenti da entrambe le parti, mentre “continuano gli attacchi su ospedali e ambulatori da campo”.
Nelle scorse ore si è saputo che un altro ospedale è stato distrutto in un bombardamento aereo, sabato scorso. Almeno 13 i morti, pazienti e medici. La struttura, nella provincia di Idlib, è supportata da Medici Senza Frontiere. Noto come centro specialistico in pediatria, l’ospedale forniva cure a circa 70mila persone nella città di Millis.
Silvia dalla Tommasina è la coordinatrice medica di MSF per la Siria nord occidentale. L’ha intervistata Flavia Mosca Goretta.
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