Il governo ha due mesi di tempo per fissare la data del referendum sulla riforma della Costituzione, a partire da oggi.
E’ probabile che Renzi voglia decidere in fretta, entro i prossimi dieci giorni. Così come è probabile che si vada a votare a novembre, a metà del mese o addirittura nell’ultima settimana.
Uno slittamento notevole rispetto alle prime ipotesi. Renzi ha perso il vantaggio iniziale e, se da un lato, il fronte del No è agguerrito, i sostenitori del Sì sono partiti lentamente.
Renzi ha sbagliato la strategia iniziale, quando aveva personalizzato il referendum legandolo alla prosecuzione della sua carriera politica. Il clima attorno al Presidente del Consiglio è andato degradandosi ed è iniziata una manovra di presa di distanza dal referendum. Manovra che richiede tempo e non è così semplice da gestire in termini mediatici.
C’è poi lo scontro nel Partito democratico che non si placa. Il referendum, in quest’ottica, è un passaggio cruciale in vista del congresso che si terrà nel 2017 e un cui le attuali minoranze sfideranno Renzi. Senza una modifica alla legge elettorale che reintroduca l’elezione dei deputati nei collegi e garantisca il premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista, affermano diversi suoi esponenti, il voto al referendum sarà No.
La senatrice Lucrezia Ricchiuti è tra i dieci parlamentari dem che hanno sottoscritto il documento per il No al referendum:
Ascolta Lucrezia Ricchiuti
Roberto Cociancich, deputato del Pd, fa invece parte del comitato per il Sì:
Ascolta Roberto Cociancich