Approfondimenti

I combattimenti strada per strada nel Donbass, il mancato accordo sulle nuove sanzioni UE alla Russia e le altre notizie della giornata

Bombardamenti a Kiev

Il racconto della giornata di mercoledì 4 maggio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A settanta giorni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il conflitto continua senza sosta. Violenti combattimenti sarebbero in corso nell’acciaieria di Mariupol e strada per strada nel Donbass, mentre non è chiaro cosa succederà il 9 maggio. L’Unione Europea, intanto, fatica a raggiungere un accordo sulle nuove sanzioni da imporre alla Russia. Decine di braccianti costretti a lavorare nei campi per 15/16 ore al giorno per una paga di 2,5 euro: è accaduto tra il 2015 e il 2019 in Maremma, dove oggi la Guardia di Finanza ha denunciato i titolari di tre aziende agricole. Oggi in Italia tre persone sono morte sul lavoro, quasi 200 dall’inizio dell’anno ad oggi. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’acciaieria di Mariupol ancora sotto assalto

La guerra in Ucraina è al 70esimo giorno e la battaglia nell’acciaieria di Mariupol continua senza tregua. Secondo il sindaco deposto della città, nell’Azovstal sono in corso “violenti combattimenti” e da qualche ora si sarebbero persi i contatti con i militari asserragliati nell’impianto. Il Cremlino ha però negato che le forze russe abbiano lanciato un assalto alle acciaierie, ma il portavoce Peskov ha aggiunto che le truppe di Mosca stanno assediando il sito e intervengono solo per “fermare i tentativi” dei combattenti ucraini di raggiungere delle “postazioni di tiro”.
Se come dice Kiev, l’attacco è effettivamente in corso, Mosca avrebbe violato gli accordi del cessate il fuoco per evacuare i civili. Ieri 100 civili sono riusciti a raggiungere Zaporizhzhia, mentre la vicepremier ucraina aveva annunciato per oggi altri 4 corridoi umanitari, ma non sono arrivate altre informazioni su questi. Secondo il governo di Kiev, al momento ci sarebbero ancora almeno 30 bambini nell’acciaieria in attesa di essere evacuati. Sentiamo da Zaporizhzhia il nostro Emanuele Valenti:

 

L’offensiva russa nel Donbass non rallenta. Cosa succederà il 9 maggio?

Nel resto del paese invece continua l’offensiva nel Donbass, dove la battaglia prosegue anche via terra con combattimenti strada per strada nei villaggi. Secondo fonti ucraine ci sarebbero almeno 10 civili uccisi mentre erano alla fermata del pullman nella città di Avdivka, a nord di donetsk.
Nella serata di ieri missili russi sono caduti anche nell’ovest del paese, colpendo sei stazioni ferroviarie. Secondo il ministero della difesa russo, i sei scali merci ferroviari bombardati erano usati per il trasferimento di “armi occidentali alle forze ucraine in Donbass”.

Mosca e Kiev intanto continuano a portare avanti diverse teorie su cosa succederà il 9 maggio, dopo che era circolata l’idea che Putin potesse dichiarare la guerra totale. Il portavoce del Cremlino Peskov oggi ha negato che ci sarà un cambiamento nella cosiddetta “operazione speciale”, ma per Kiev in quel giorno Mosca sta pianificando una parata della vittoria proprio a Mariupol.

Non si trova l’accordo sulle nuove sanzioni contro la Russia

Intanto l’Unione Europea non è riuscita a trovare un accordo per le nuove sanzioni alla Russia. Ursula Von der leyen ha presentato al parlamento europeo il nuovo pacchetto, che prevederebbe fra l’altro l’embargo graduale sul petrolio. Ungheria, Bulgaria e Slovacchia la possibilità di una proroga mirata dell’embargo fino a fine 2023, ma per Budapest anche questo non sarà sufficiente, e il ministro degli esteri ungherese ha detto che il paese porrà il veto sull’embargo, perché distruggerebbe gli approvvigionamenti energetici del paese.

Anche Joe Biden ha parlato di possibilità di nuove sanzioni alla russia, dicendo che gli usa sono sempre aperti a nuove sanzioni e che ha intenzione di parlare con i leader del G7 questa settimana per vedere i prossimi passi da fare. Nel suo discorso, nella notte, il presidente Usa ha detto che la Guerra in ucraina è un punto di svolta nella storia.

La guerra in Ucraina inoltre avrà poi anche impatti devastanti sulle economie dei paesi più poveri. Lo dice un rapporto pubblicato oggi della FAO che dice che l’effetto peggiore lo avrà sui Paesi in crisi alimentare, oltre quelli già sull’orlo della carestia”, serve “un’azione umanitaria urgente”.

Sfruttamento del lavoro in Maremma. Denunciati i titolari di tre aziende agricole

Decine di braccianti costretti a lavorare nei campi per 15/16 ore al giorno per una paga di 2,5 euro. Subivano aggressioni verbali, minacce di licenziamento, erano anche costretti a vivere in casolari e garage senza riscaldamento, acqua potabile e servizi igenici.
Oggi la Guardia di Finanza ha denunciato i titolari di 3 aziende agricole della Costa degli Etruschi, in Maremma, tra Livorno e Grosseto. L’accusa è intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Circa 800 i braccianti sfruttati, sia italiani che stranieri, tra il 2015 e il 2019. L’inchiesta è partita grazie alle denunce di alcuni dei braccianti, come ci ha raccontato Michele Rossi segretario generale Flai Cgil di Livorno:

 

Tre morti sul lavoro in Italia in 24 ore

Tre morti sul lavoro nella giornata di oggi.
 Oronzo Pisano, operaio di 53 anni, stava effettuando dei lavori in uno stabile in via Umberto I a Lecce, quando, per cause in corso di accertamento, è caduto dall’impalcatura sulla quale si trovava, da un’altezza di sei metri.
 Antonio Fabris, operaio comunale di 64 anni, stava tagliando l’erba a Costabissana, nel vicentino, accanto alla pista ciclabile che corre lungo la strada, quando il piccolo trattorino tagliaerba è scivolato nel canale. L’uomo non é riuscito a liberarsi. 
Infine c’è Antonio Stazione, operaio di 29 anni, morto folgorato nel corso dei lavori di potatura in un fondo privato a Cave, comune montano in provincia di Roma. Nel primo trimestre in Italia, dati Inali, sono già quasi 200 le vittime sul lavoro. Aumentano anche le denunce di infortuni, più 50% rispetto all’anno scorso.

Lombardia, candidati presidenti cercasi

(di Claudio Jampaglia)

Italia Viva aspetta le indicazioni di Matteo Renzi e non partecipa, dall’inizio, ai tavoli per costruire una coalizione per battere per la prima volta i candidati del centrodestra in Lombardia. Si è sfilata negli ultimi giorni anche Azione di Calenda che non vuole stare ai tavoli con i 5Stelle e anche questa potrebbe essere una scelta romana, visto che fino all’altro ieri ci stavano. Le frange cosiddette riformiste tirano per la giacca il PD cercando di far pesare il vuoto al centro di una coalizione che ha bisogno di essere molto ampia per avere qualche chance di vittoria. Anche i Radicali con +Europa diffidano. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

Miglior film e miglior regia ai David di Donatello per “È stata la mano di Dio”

(di Barbara Sorrentini)

Non si può dire che sia stata una sorpresa: i due David di Donatello come miglior film e miglior regia per “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino erano prevedibili dal ritorno dagli Stati Uniti senza l’Oscar. Il film più personale del regista napoletano, già Leone d’Argento al Festival di Venezia, ha vinto anche con l’attrice non protagonista Teresa Saponangelo, per la fotografia di Daria D’Antonio e il David Giovani. Cinque statuette in tutto. Premi importanti per “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, girato in carcere, che si aggiudica il premio per la miglior sceneggiatura scritta con Valia Santella e Bruno Oliviero e quello per il miglior attore a Silvio Orlando, nella parte del detenuto. Sei premi per “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, tra i quali la produzione, che ha unito numerosi finanziatori per una sfida nuova nel cinema italiano, evidentemente riuscita.
La miglior attrice è una diciassettenne della comunità rom di Gioia Tauro, che interpreta una ragazza che scappa dai legami della famiglia con la ‘ndrangheta nel film “A Chiara” di Jonas Carpignano. E il miglior attore non protagonista è Eduardo Scarpetta, nipote del commediografo ritratto in “Qui rido io” di Mario Martone. Molti premi quindi al cinema di impronta partenopea, ma da segnalare anche il trionfo di “Ennio” di Giuseppe Tornatore, come miglior documentario. Durante la cerimonia condotta da Carlo Conti e Drusilla Foer sono stati consegnati anche i premi alla carriera a Giovanna Ralli, ad Antonio Capuano e quello speciale a Sabrina Ferilli. La produzione cinematografica italiana sta bene, ma il pubblico non sta più andando a vedere i film sul grande schermo.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

L’obbligo di mascherine sui posti di lavoro privati verrà prorogato fino a fine giugno. Sono queste le indicazioni che arrivano dall’incontro che si è svolto oggi al Ministero del Lavoro con le organizzazioni delle imprese e i sindacati. Ad essere prorogato sarà l’intero Protocollo sulla sicurezza per il contrasto del COVID sottoscritto il 6 aprile 2021. Lo ha comunicato il Ministero del Lavoro, al termine della riunione, aggiungendo che si è deciso “di fissare un nuovo incontro entro il prossimo 30 giugno per eventuali modifiche in base all’andamento dell’epidemia”.

Oggi ci sono stati 47mila nuovi casi e 152 morti. Il tasso di positività è in calo al 14%. Scendono anche i ricoveri ordinari, in lieve aumento le terapie intensive.

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    Redazione
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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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