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La pressione militare russa nel Donbass, l’incontro tra il cancelliere austriaco e Vladimir Putin e le altre notizie della giornata

kharkiv - Ucraina - Donbass

Il racconto della giornata di lunedì 11 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La pressione militare russa sul Donbass continua gradualmente ad aumentare. A Kharkiv le autorità locali hanno parlato di diverse vittime civili. Bombardamenti e combattimenti anche nella regione di Luhansk. Quello tra il cancelliere austriaco Nehammer e Putin è stato “Un incontro franco, duro e diretto” . L’accordo per aumentare le forniture di gas dall’Algeria è stato raggiunto anche se il presidente del Consiglio Draghi non ha quantificato il contenuto dell’intesa. I lavoratori degli appalti, impiegati nelle pulizie, nelle mense e nella sanità oggi hanno protestato di fronte alle prefetture di decine di città italiane. Sono considerate storiche le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo, il 42enne Mohamed Chamesk, che nel settembre 2019 uccise e diede alle fiamme il corpo dell’ex compagna. I voti degli elettori di Jean Luc Melanchon saranno decisivi nel ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

La pressione militare russa nel Donbass continua ad aumentare

(di Emanuele Valenti)

Mariupol potrebbe essere sul punto di cadere, ma dalla città arrivano notizie contrastanti.
Nel pomeriggio il generale alla testa del comando militare unificato ucraino, Valeriy Zaluzhnyi, ha detto che ci sono ancora contatti con il campo e che la battaglia prosegue. Prima un altro messaggio, dei marines ucraini, diceva invece che si stavano preparando all’ultima battaglia, a causa dei tanti problemi. Secondo le autorità locali questo messaggio sarebbe però falso, il profilo dei marines ucraini sui social sarebbe stato hackerato. Considerando anche le notizie che arrivano dall’altra parte la città starebbe sì per cadere. Il leader dei filo-russi di Donetsk, Denis Pushilin, ha detto che i suoi uomini controllano il porto. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.
Poi il resto del paese, quindi tutto il Donbass e Kharkiv. La pressione militare russa continua gradualmente ad aumentare. A Kharkiv le autorità locali hanno parlato poco fa di diverse vittime civili. Bombardamenti e combattimenti anche nella regione di Luhansk. La pressione russa cresce da giorni, ma non c’è ancora stato quel salto verso una campagna militare molto più massiccia. Ucraini e i servizi occidentali dicono che i russi si stiano preparando, con un numero importante di truppe. Ma la tempistica non è chiara. Oggi sono stati organizzati altri sei treni speciali per far uscire i civili. Potrebbero essere determinanti la definitiva caduta di Mariupol e l’efficacia dei bombardamenti sulle postazioni anti-aeree, come ieri a Dnipro, fuori dal Donbass.

L’incontro tra il cancelliere austriaco Nehammer e Putin

(di Emanuele Valenti)

“Un incontro franco, duro e diretto”. Così in un comunicato l’ufficio del cancelliere austriaco Nehammer. Il colloquio con Putin sarebbe durato poco meno di un’ora e mezza. Nehammer avrebbe confermato sostanzialmente la posizione europea e avrebbe spiegato a Putin la necessità di un intervento umanitario, anche di una tregua. Vienna – fuori dalla NATO, storicamente in buoni rapporti con Mosca – ha ammesso che i toni della riunione non sono stati amichevoli, ma che era giusto giocare tutte le carte per fermare la guerra. Sappiamo che Nehammer si era coordinato in qualche modo con Unione Europea e Turchia, ma diciamo che le aspettative erano già molto basse. Questo non sembra il momento della diplomazia. Putin ha bisogno di una vittoria sul campo e gli ucraini ribadiscono tutti i giorni che non faranno concessioni.

L’accordo per raddoppiare le forniture di gas dall’Algeria

(di Anna Bredice)
Raddoppiare l’import di gas dall’Algeria per ridurre la dipendenza da quello russo. Questo era l’obiettivo del viaggio di Draghi oggi ad Algeri, il presidente del Consiglio si trova ancora in Algeria per incontrare la comunità italiana. E a quanto pare l’accordo è stato raggiunto anche se il presidente del Consiglio nella breve dichiarazione dopo l’incontro con il presidente algerino non ha quantificato il contenuto dell’intesa, ma dovrebbe trattarsi del raddoppio della fornitura, aggiungendo circa 9 miliardi di metri cubi all’anno ai 10 forniti all’Italia in quota Eni, attraverso il gasdotto Transmed. “Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, ha detto Draghi, avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza. Seguiranno anche altri accordi, ha detto Draghi, riferendosi ad un accordo sulle energie rinnovabili e sull’idrogeno verde, per creare, ha aggiunto, occupazione e sviluppo.” Nella delegazione italiana oltre a Draghi c’erano anche i due ministri Di Maio, che era giù andato ad Algeri pochi giorni dopo l’invasione russa in Ucraina e poi Cingolani. Insieme a loro anche l’ad di Eni, De Scalzi che ha siglato l’accordo con l’azienda di gas algerina, il paese che al momento è il maggiore fornitore di gas dopo la Russia, da cui l’Italia importa 29miliardi di metri cubi all’anno. Diversificare il più possibile la provenienza del gas per evitare di dipendere troppo da quella russa, nel momento in cui l’Europa dovesse decidere di bloccare l’import da Mosca. Una decisione che Draghi ha detto di poter accettare solo se verrà fatta a livello europeo, e probabilmente attendendosi un aiuto economico per ridurre l’impatto delle sanzioni.

La protesta dei lavoratori degli appalti

Sono tra i meno pagati e più precari per turni e orari. Si tratta dei lavoratori degli appalti, impiegati nelle pulizie, nelle mense, nella sanità, che oggi hanno protestato di fronte alle prefetture di decine di città italiane. La mobilitazione, insieme a Cgil, Cisl e Uil. contro il disegno di legge appalti, approvato in Senato. Nel testo è stato eliminato l’obbligo di inserire nei bandi di gara la clausola sociale, in base alla quale chi subentra in un appalto è tenuto a riassumere il personale che ci lavorava in precedenza.
Se la norma dovesse passare anche alla Camera, migliaia di lavoratori rischiano il posto. Che conseguenze prevede la cancellazione di questa norma?
Valentina Cardinali, esperta di politiche pubbliche, intervistata da Lele Liguori.



Bologna, le storiche motivazioni della condanna all’ergastolo per l’omicidio dell’ex compagna

(di Chiara Ronzani)

Sono considerate storiche le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo, il 42enne Mohamed Chamesk, che nel settembre 2019 uccise e diede alle fiamme il corpo dell’ex compagna Atika Gharib, di 32 anni, madre di due figlie.
Lei l’aveva denunciato dopo aver scoperto che aveva molestato una delle figlie.
“Ho vendicato il mio onore” aveva detto lui al telefono a una sorella della donna, prima di cercare di scappare in Francia.
Cosa rende storica questa sentenza?
Marina Prosperi, avvocata della famiglia di Atika Gharib



La sfida tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen

Il giorno dopo le elezioni, l’incognita sono ora i voti di Jean Luc Melanchon. La sinistra radicale ha ottenuto quasi il 22 per cento. I suoi elettori saranno decisivi nel ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, tra due settimane. La leader della destra nazionalista parte in svantaggio, ma punta a intercettare gli elettori insoddisfatti del presidente.
Il servizio da Parigi.


L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia e nel mondo

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

    Clip - 18-04-2025

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    Esteri di venerdì 18/04/2025

    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 18-04-2025

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