Approfondimenti

Mosca sta intensificando i bombardamenti sul Donbass, la perquisizione nella sede del sindacato di base USB e le altre notizie della giornata

Bombardamenti a Kiev

Il racconto della giornata di mercoledì 6 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le regioni a Est e sud-est dell’ Ucraina sono al centro dell’invasione russa dall’inizio del conflitto, ma Mosca starebbe preparando un’offensiva molto più intensa. Ieri sera a Mykolaiv nel sud del paese, è stato bombardato un ospedale oncologico. La Corte d’assise di Bologna ha condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno, l’ex esponente di Avanguardia Nazionale che era imputato nel processo ai mandanti della strage di Bologna. Qualcuno ha nascosto una pistola nella sede del sindacato di base Usb, poi ha chiamato i carabinieri per farla trovare. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

L’esercito russo si prepara a un’offensiva più intensa

(di Emanuele Valenti)
Oggi governo ucraino e autorità locali hanno invitato la popolazione di Kharkiv, Luhansk e Donetsk ad andare via. “A un certo punto – hanno detto – non potremo più venire in vostro soccorso”.
Est e sud-est sono al centro dell’invasione russa dall’inizio del conflitto, ma Mosca starebbe preparando un’offensiva molto più intensa. Un’ipotesi è che lo faccia quando avrà rimesso in campo uomini e mezzi ritirati dal nord e ora in Bielorussia.
Lo ipotizza anche la NATO.
Nel frattempo però attacchi e combattimenti proseguono.
Nelle ultime ore diversi bombardamenti su Kharkiv, nella regione di Luhansk – colpita soprattutto la città di Severodonetsk – e nella regione di Donetsk – qui le autorità locali denunciano un raid su un sito per lo stoccaggio degli aiuti umanitari.
Degli 11 corridoi umanitari annunciati questa mattina da Kiev 5 sono a Luhansk.
Combattimenti incessanti anche a Mariupol e nella zona di Cherson, sopra la Crimea.
La Croce Rossa ha fatto sapere di essere riuscita ad accompagnare a Zaporizhia circa mille civili, usciti con i loro mezzi da Mariupol in diversi momenti. Il consiglio comunale – non ci sono su questo altre conferme – sostiene che i russi stiano cremando i civili per cancellare le prove della loro invasione.

L’attacco russo all’ospedale oncologico di Mykolaiv

Ieri sera a Mykolaiv nel sud del paese, è stato bombardato un ospedale oncologico. Sul posto in quel momento si trovava Medici Senza Frontiere. Stefano di Carlo è il direttore generale di Msf Italia

 

Strage di Bologna, condanna all’ergastolo per Paolo Bellini

Fu Paolo Bellini, insieme a Giuseppe Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, a mettere la bomba nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980. Lo ha stabilito la Corte d’assise di Bologna che oggi ha condannato all’ergastolo con un anno di isolamento diurno, l’ex esponente di Avanguardia Nazionale che era imputato nel processo ai mandanti della strage che costò la vita a 85 persone e il ferimento di oltre 200.
Insieme a Bellini erano imputati anche l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel e l’ex amministratore condominiale vicino ai servizi Domenico Catracchia: condannati entrambi: il primo a 6 anni per depistaggio, l’altro a 4 anni per false informazioni ai Pm.
La Corte ha confermato l’impianto accusatorio della Procura generale: la strage fu finanziata dalla Loggia P2, compiuta da manovalanza fascista e depistata dai servizi segreti.
“E’ l’inizio del percorso verso la verità” commenta a caldo Paolo Bolognesi, presidente dei famigliari delle vittime che però aggiunge “Mancano ancora le responsabilità politiche”. Martedì prossimo, alla Camera, è in programma una conferenza stampa in cui Bolognesi insieme al Deputato del Pd Andrea DE Maria, al sindaco di Bologna Matteo Lepore e all’avvocato di parte civile Andrea Speranzoni, commenteranno la sentenza. Chiedendo che si arrivi fino agli ispiratori politici della strage

La perquisizione nella sede del sindacato di base Usb, dopo una chiamata anonima

(di Massimo Alberti)

Questa mattina i carabinieri sono entrati nella sede nazionale del sindacato di base USB, a Roma. La perquisizione è scattata dopo una telefonata anonima che indicava la presenza di una pistola nella cassetta di scarico di uno dei bagni riservati al alle centinaia di persone che ogni giorno frequentano la sede per usufruire dei diversi servizi del sindacato.
I carabinieri sono andati a colpo sicuro nel punto indicato, dove effettivamente c’era una Beretta calibro 22, malamente incellophanata e messa in un punto non visibile casualmente, e che poteva conoscere soltanto chi l’avesse messa. Sul posto intanto erano arrivati anche i legali del sindacato e le parlamentari di Manifesta. Ora le indagini dovranno appurare chi abbia fatto la telefonata, chi abbia collocato l’arma nella sede sindacale, e perché.
L’USB è una confederazione sindacale che conta oltre un milione di iscritti, ha decine di sedi territoriali in tutta Italia, partecipa a tavoli nazionali con le parti sociali e il governo. In questi giorni nei posti di lavoro ci sono le elezioni per le RSU, sempre in questi giorni l’USB sta organizzando nei porti di Genova e Livorno i blocchi di navi con carichi di armi, tema su cui il sindacato ha organizzato un corteo per il 22 aprile.
Nel pomeriggio in una conferenza stampa i dirigenti sindacali hanno parlato di una grave provocazione che punta a delegittimare il sindacato. Sentiamo il portavoce dell’USB Guido Lutrario

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

    Clip - 18-04-2025

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    Esteri di venerdì 18/04/2025

    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 18-04-2025

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