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La visita di Zelensky a Bucha, l’Europa si muove per nuove sanzioni contro la Russia e le altre notizie della giornata

Zelensky

Il racconto della giornata di lunedì 4 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel quarantesimo giorno di guerra in Ucraina, il presidente Zelensky ha visitato la città di Bucha mentre si temono altri massacri simili e la Corte Penale Internazionale ha già aperto un fascicolo ucraino per crimini di guerra. In queste ore i Ministri delle Finanze della zona Euro si incontrano per discutere di nuove sanzioni contro la Russia in attesa del nuovo vertice degli ambasciatori europei di mercoledì. Secondo il nuovo rapporto degli scienziati dell’ONU esperti in cambiamenti climatici, senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni di Co2 in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi è impossibile. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Zelensky visita Bucha, ma si temono altri massacri simili in altre città

Il presidente ucraino Zelensky ha visitato la città di Bucha, le cui immagini del massacro di civili hanno fatto il giro del mondo. La presidente della commissione europea Von Der Leyen ha annunciato un’inchiesta congiunta con Kiev. L’alto commissario per i diritti umani dell’ONU Michele Bachelet ha parlato di possibili crimini di guerra, mentre il presidente statunitense Biden ha dichiarato: “Vi avevo detto che Putin era un criminale di guerra”, annunciando nuove sanzioni.

(di Emanuele Valenti)

Secondo la procura generale ucraina nelle zone lasciate dai russi intorno a Kiev sono stati trovati finora 410 cadaveri, 140 già identificati.
E il numero maggiore di vittime, sempre secondo la procura, non sarà in prospettiva quello di Bucha ma di Borodyanka, località ancora nella regione di Kiev ma più a ovest. Il quadro è tutt’altro che completo.
A Bucha le autorità locali hanno detto che almeno 50 cadaveri hanno segni da ricondurre a un’esecuzione extra-giudiziale, numeri che non si possono verificare. Le immagini satellitari dell’americana Maxar Technologies mostrano quella che sembra una fossa comune vicino a una chiesa. Lo hanno confermato anche alcuni giornalisti dell’agenzia Reuters sul posto. Le autorità ucraine hanno mostrato ai media anche dei cadaveri in uno scantinato.
Secondo alcuni sopravvissuti, ai civili di Bucha era stato ordinato di indossare al braccio una fascia di tessuto bianco, per essere riconoscibili. La stessa che in alcuni casi sarebbe poi stata usata per legare le braccia dietro la schiena alle persone uccise..
Gli ucraini hanno detto di aver fatto partire subito un’inchiesta. Sappiamo anche che la Corte Penale Internazionale aveva già aperto un fascicolo ucraino per crimini di guerra.
E attenzione, per come stanno andando le cose, ci saranno probabilmente molte altre Bucha. Human Rights Watch ha raccolto prove simili per esempio da Kharkiv e Chernihiv.

L’Europa valuta nuove sanzioni contro la Russia

In queste ore si incontrano i Ministri delle Finanze della zona Euro, e poi mercoledì ci sarà un vertice degli ambasciatori europei. Tema: nuove eventuali sanzioni. Il presidente francese Macron stamattina ne prometteva di nuove in campo energetico, ma oggi il ministro tedesco delle finanze Lindner è stato chiaro: sospendere le importazioni di gas russo è impossibile.
Perché i tedeschi non possono farlo? Ne abbiamo parlato con Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia:


 

Gli orrori della guerra in Ucraina, tra bombe a grappolo e mine

Non ci sono solo i civili trucidati a Bucha. Oggi c’è stata una nuova denuncia di uso di bombe a grappolo, a Mykolaiv, mentre Save The Children denuncia che più di 800 scuole sono state colpite dall’inizio della guerra. Secondo l’ufficio dell’ONU per gli affari umanitari, l’Ucraina è uno dei paesi con più mine al mondo sul suo territorio: oltre 1,8 milioni. Massimo Alberti ha parlato degli orrori della guerra con Cecilia Strada di ResQ People:


 

Omicidio di Stefano Cucchi. Attesa per la sentenza della Cassazione

“Ho fiducia e speranza nella giustizia e non dimentico mai che l’Arma dei Carabinieri non è uguale alle persone che oggi la Cassazione sta valutando e nemmeno a quelle che valuterà il 7 aprile nel processo per i depistaggi”. Lo ha detto Ilaria Cucchi uscendo dalla Cassazione al termine del processo per la morte del fratello Stefano.
L’udienza è finita nel primo pomeriggio e ora si attende la sentenza della Suprema Corte. Il verdetto è previsto questa sera dopo le 20. Il procuratore generale nell’udienza di oggi ha chiesto di confermare le condanne inflitte a quattro carabinieri in appello. In particolare il Pg ha chiesto di confermare le condanne per omicidio preterintenzionale nei confronti di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro e la relativa pena a 13 anni di reclusione. Da confermare anche la condanna a 4 anni per falso nei confronti del maresciallo Roberto Mandolini. Per l’ultimo imputato, Francesco Tedesco, che ha collaborato con gli inquirenti, è stata invece chiesta una riduzione di pena.

Clima, il rapporto dell’IPCC: “Agire ora per dimezzare le emissioni entro 2030”

È stato pubblicato oggi il nuovo rapporto dell’Ipcc, gli scienziati dell’ONU esperti in cambiamenti climatici.
Il rapporto intitolato Mitigation of Climate Change sottolinea che le emissioni di gas serra tra il 2010 e il 2019 sono state più alte di qualsiasi altro decennio della storia umana, e che siamo quasi fuori tempo massimo per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C
“Senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni di Co2 in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi è impossibile.
“L’evidenza è chiara – scrivono nel dossier – il momento dell’azione è adesso. Possiamo dimezzare le emissioni entro il 2030 e abbiamo opportunità in tutti i campi, dalle città all’industria, all’agricoltura”.
Ma i prossimi anni sono decisivi, non c’è molto tempo: limitare il riscaldamento a circa 1,5 gradi richiede il picco di emissioni globali di gas serra al più tardi entro il 2025. Oltre quell’anno è necessario che la tendenza si inverta fino a ridurre le emissioni del 43% entro il 2030. In sostanza – è il centro del rapporto – la transizione energetica perché sia efficace va fatta subito.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

    Clip - 18-04-2025

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    Esteri di venerdì 18/04/2025

    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

    Esteri - 18-04-2025

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