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    Guarda che lune di lun 28/03/22

    A cura di:

    Claudio Jampaglia

    Su un quotidiano nazionale un esperto statunitense chiarisce bene cosa è venuto a dirci Joe Biden: Europa preparati alla guerra, ormai hai speso il tuo dividendo per la pace (#link1). Terrificante, perché la Seconda guerra mondiale non è stata un affare e gli Usa non sono l’azienda proprietaria che ci ha versato un profitto. E Joe Biden non ha diritto (morale) di venirci a dire di prepararci “a una lunga guerra”. L’Europa ha un’altra storia, tragica è dir poco: qui l’orrore della guerra ha scritto le costituzioni e la guerra ha creato i più alti capolavori dell’arte popolare: cercate su internet William Hogarth, Jacques Callot, Francisco Goya e le loro stampe e dipinti contro la guerra. Noi non ne possiamo più di guerra, questa terra è satura di violenza. Non c’è consenso qui per le armi. Per altro abbiamo una responsabilità storica sulla guerra passata, il fascismo è una nostra creature. Non dimentichiamolo. Draghi ha detto nei giorni scorsi: “non siamo in guerra per seguire un destino bellico ma per la pace”. Il presidente del consiglio italiano non può parlare di cose del genere con questa leggerezza. La comunicazione di guerra è sempre falsa, ricordate i volantini che vennero lanciati sul Giappone per avvisare dei bombardamenti? Ecco mancava una città: Hiroshima (#link2). Arriva il Tunnel Motion una tecnologia che userà i finestrini di metropolitane e treni per proiettare video e spot quando saremo in galleria, è la fotografia del momento che stiamo vivendo sommersi da appelli alle armi e alla paura, ma i passeggeri di questo treno vogliono questo? (#link3) Sempre più prossimi a Minority Report. Nel marzo di 190 anni fa nasceva a Norfolk il signor Boycott (scoprite la storia al #link4) e cogliamo l’occasione per festeggiare questa pratica e parola nata dalla partecipazione popolare e usiamola, magari. Una marca di birra scozzese ha fatto una lattina special edition, gialla e blu, United For Ukraine, la cosa divertente è che nel 2014 ne avevano fatta già una anti-Putin per solidarietà con la comunità LGBT+, la birra si chiama Vladimir e c’era scritto “attenzione potrebbe contenere tracce di sarcasmo e protesta”(#link5). Il governo russo ha messo in mora wikipedia per la descrizione che offre del conflitto in ucraina e minaccia di chiuderlo. allora molti utenti lo stanno scaricando (l’enciclopedia libera ha sempre permesso il suo download pensando a chi non aveva internet sempre disponibile (#link6). La guerra in Ucraina sta puntando i riflettori sul ruolo dei social media come strumento politico e c’è chi usa internet per riportare ogni violenza segnalato dai media (#link7). In questo 8 marzo più 20 segnaliamo la campagna belga di un’agenzia piuttosto originale, Mortierbrigade, che per la giornata equal pay ha dedicato un film paradossale e un po’ estraniante con un umorismo molto nordeuropeo, al cordone ombelicale che tiene legate le madri in ogni attività lavorativa e non (#link8, nello spot sono quasi tutte campionesse sportive)...#link1 https://www.corriere.it/esteri/22_marzo_28/bremmer-biden-ha-detto-quello-che-pensa-chi-ha-cuore-liberta-non-si-puo-parlare-putin-d27ffec8-adf4-11ec-881c-603be96566c9.shtml..#link2 http://blog.nuclearsecrecy.com/2013/04/26/a-day-too-late/..#link3 https://youmark.it/ym-interactive/tunnel-motion-porta-il-digital-in-tunnel-adverti[…]politane-di-roma-milano-e-napoli-tra-gli-obiettivi-di-crescita/..#link4 https://www.britannica.com/biography/Charles-Cunningham-Boycott..#link5 https://www.thedrum.com/news/2014/02/04/brewdog-protests-russia-anti-gay-laws-notforgays-hello-my-name-vladimir-beer..#link6 https://slate.com/technology/2022/03/russia-wikipedia-download-kiwix.html..#link7 https://github.com/zhukovyuri/VIINA..#link8 https://www.youtube.com/watch?v=ywGNLeVrwkw

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    A partire da poesie e racconti originali, Pippo Delbono mette in scena un gesto di solitaria ribellione, mosso dalla volontà di continuare a vivere, allargando lo sguardo verso ciò che ci circonda, a costo di trovarsi di fronte a una realtà peggiore di quella da cui si era fuggiti. Attraverso il racconto salvifico delle proprie debolezze, paure e speranze, l’artista crea uno spettacolo che è un’invocazione alla rinascita e che, a partire da un’esperienza personale, sfocia nella rappresentazione universale di quel “sentimento di perdita” che riguarda tutti. Il risveglio è un lavoro sulle cadute e i risvegli, dedicato a chi si è addormentato e poi risvegliato, e a chi ancora non lo ha fatto. Attorno a Pippo Delbono, gli attori della Compagnia danzano sulle note struggenti che suonano lamenti di amore e tenerezza evocando un rito sacro, un funerale forse. Sulle note del virtuoso violoncellista Giovanni Ricciardi, in scena con il suo strumento, e su brani che provengono dalla memoria degli anni Settanta, Delbono si ripete: «Devi danzare, danzare nella tua guerra». Ira Rubini l'ha raggiunto per Cult il giorno dopo il debutto milanese del suo spettacolo Il risveglio

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