Il racconto della giornata di domenica 27 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel trentaduesimo giorno di conflitto prende corpo l’ipotesi di una divisione in due dell’Ucraina in uno “scenario coreano”, mentre i bombardamenti russi proseguono senza sosta. Domani ripartiranno i negoziati in presenta tra rappresentanti russi e ucraini, ospitati dalla Turchia. Dopo quattro giorni a dir poco faticosi, l’Anpi ha scelto di rinviare l’elezione del suo Presidente e affidarla al Comitato Nazionale. Ma non ci sono sorprese in vista, nei prossimi giorni Gianfranco Pagliarulo sarà rieletto. Al via tra poche ore la Notte degli Oscar con un possibile collegamento o messaggio del presidente ucraino Zelensky. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
Uno “scenario coreano” per l’Ucraina?
Un referendum per decidere se far passare la zona di Lugansk sotto il controllo della Russia e uno scenario in cui l’Ucraina viene divisa in due. Sono le due ipotesi legate alla guerra che nelle ultime ore sono state al centro dell’attenzione, mentre i combattimenti continuano.
(di Andrea Monti)
Tra le ultime notizie sul lato degli scontri militari ci sono le controffensive ucraine di cui ha parlato nel pomeriggio un consigliere del presidente Zelensky, consigliere secondo cui i militari di Kiev avrebbero lanciato “piccole operazioni” per riconquistare terreno nella zona della capitale e in altre aree del paese, tra cui quelle orientali di Sumy e Kharkiv. Sempre da fonte ufficiale ucraina si dice che le forze russe hanno sparato dal mare due missili contro la città di Odessa, e che entrambi i razzi sono stati abbattuti. Dal parlamento di Kiev la commissaria per i diritti umani denuncia ampi incendi nella zona di Chernobyl, dicendo che la colpa è dei bombardamenti russi e che le fiamme aumentano il rischio di diffusione di inquinamento radioattivo.
Dall’est dell’Ucraina, da Lugansk, il capo dei separatisti oggi ha parlato di un possibile referendum per decidere se far passare quel territorio sotto il controllo diretto del regime di Putin. “Nessun paese al mondo riconoscerebbe la validità di un voto simile”, ha commentato il portavoce del ministero degli esteri ucraino, e poche ore dopo il capo dei separatisti di Lugansk ha precisato che “al momento” non sono in corso dei preparativi per un referendum di questo tipo.
Oggi il capo dei servizi segreti militari di Kiev ha ipotizzato uno “scenario coreano”, riferendosi alla divisione in due della penisola asiatica e sostenendo che Putin voglia fare lo stesso con l’Ucraina, rubandole la zona est e quella sud, dato che – ha detto il dirigente di Kiev – le forze russe non sono riuscite a conquistare la capitale e a togliere il potere a Zelensky. Gianluca Pastori insegna storia internazionale all’università cattolica di Milano:
Al via domani tre giorni di negoziati in presenza in Turchia
Sul lato delle trattative domani inizieranno tre giorni di negoziati in presenza, quindi non in videoconferenza, tra rappresentanti russi e ucraini. Li ospiterà la Turchia, paese che finora ha avuto un ruolo importante nei contatti fra le due parti in guerra. A livello internazionale restano al centro dell’attenzione le parole pronunciate ieri da Joe Biden alla fine della sua visita in Polonia: “Putin è un macellaio, non può rimanere al potere”. Parole che poi lo stesso governo statunitense ha cercato di minimizzare, mentre dall’Europa oggi il “ministro degli esteri” dell’Unione, Josep Borrell, ha detto che la UE “non sta cercando un cambio di regime in Russia”.
Sempre oggi e sempre commentando le parole di Biden il presidente francese Macron ha detto che “non userebbe” la definizione di “macellaio” per Putin, aggiungendo che non bisogna alimentare un’escalation e che domani o dopodomani sentirà al telefono proprio Putin, in particolare per organizzare un’evacuazione di civili dalla città di Mariupol. Della guerra stamattina è tornato a parlare il Papa, dicendo che bisogna ripudiarla e che nei conflitti armati “i potenti decidono e i poveri muoiono”. Francesco ha citato anche il tema dei profughi. Secondo l’Onu al momento le persone che hanno lasciato l’Ucraina sono circa 3 milioni e 800mila, di cui quasi due terzi sono state accolte in Polonia. Tra gli altri Stati dell’area c’è la Moldavia, dove sono arrivati quasi 400mila rifugiati. Alessandro Verona fa parte della ong Intersos ed è appena tornato dal paese, dove i timori di un possibile allargamento della guerra sono legati alla presenza di una regione controllata da separatisti filorussi, la Transnistria:
Congresso Anpi, posticipate l’elezione del Presidente e l’approvazione del documento conclusivo
(di Lorenza Ghidini)
Dopo quattro giorni a dir poco faticosi, l’Anpi ha scelto di rinviare l’elezione del suo Presidente e affidarla al Comitato Nazionale. Ma non ci sono sorprese in vista, nei prossimi giorni Gianfranco Pagliarulo sarà rieletto.
L’ex senatore dei Comunisti Italiani, che oggi rivendica di non avere in tasca tessere di partito, è stato il bersaglio degli attacchi di questi giorni per la posizione radicale che ha portato avanti a proposito della guerra in Ucraina. Il no all’invio delle armi è peraltro condiviso da una larga maggioranza nell’Associazione Partigiani, ma – come successe con la riforma costituzionale di Renzi – un’opposizione esiste, defilata pubblicamente negli interventi al Congresso ma amplificata dai media e sui social network.
Carlo Smuraglia, Liliana Segre e il Presidente Mattarella sono stati interpretati a piacimento, soprattutto da certi giornali dediti più alle divisioni della sinistra che alla riflessione sulle possibilità della pace. E così l’Associazione Partigiani ha dovuto giustificarsi per quattro giorni, e il Presidente ripetere di non essere equidistante nè tantomeno Putiniano.
La fatica di un Congresso finito sotto tiro ha fatto posticipare anche l’approvazione del documento conclusivo. Quello in cui finalmente si potrà parlare della missione dell’Anpi per i prossimi anni, abbandonando improbabili paragoni tra resistenza e resistenza, e portando avanti l’impegno sui valori più che mai attuali dei nostri Partigiani.
La Notte degli Oscar 2022 tra COVID e guerra in corso
(di Barbara Sorrentini)
Tra poche ore si svolgerà la Notte degli Oscar di nuovo in presenza al Dolby Theatre di Los Angeles. Dopo lo spostamento a fine aprile e in modalità diffusa dello scorso anno per il COVID. I premi del 2022 verranno dati con una guerra in corso. E per questo motivo potrebbe esserci un collegamento con Volodymyr Zelensky, non certo per il suo passato da attore, ma in solidarietà con l’Ucraina. Tant’è che Sean Penn, tra i candidati per il film “Licorice Pizza” di Paul Thomas Anderson ha invitato a boicottare la cerimonia in caso contrario.
Le previsioni sui migliori film, come sempre si rincorrono fino all’ultimo minuto. Favorito “Il potere del cane” di Jane Campion, già vincitrice del Golden Globe e con un taglio molto #metoo, oltre ad avere 12 candidature. Anche “I segni del cuore” è in lizza per la sensibilità con cui tratta tematiche delicate e la presenza di interpreti sordomuti.
Tra gli attori è probabile l’Oscar per Will Smith, convincente in “King Richard” e pronto a sfatare le polemiche sugli Oscar solo per i bianchi. Tra le attrici, Kristen Stewart nei panni di Lady D in “Spencer” di Pablo Larrain e Penelope Cruz con “Madres Paralelas” di Pedro Almodovar.
E Paolo Sorrentino? In gara anche lui, se la vede con film come “Drive my car” di Ryusuke Hamaguchi, “Lunana” di Pawo Choyning Dorji e “Flee” di Jonas Poher Rasmussen. All’alba di lunedì si saprà tutto.
L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
Sono 59.555 i nuovi contagi da COVID nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Ieri erano stati 73.357. I morti 82, in calo rispetto ai 118 di ieri. Il tasso di positività è al 15,5%, in crescita di un punto percentuale. 464 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 12 in più di ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.181, con un aumento di 158 unità. In questo quadro tra pochi giorni entreranno in vigore le nuove regole decise dal governo col decreto approvato lo scorso 17 marzo. Innanzitutto dal 1° aprile sarà possibile per tutti, compresi gli over 50, accedere ai luoghi di lavoro con il Green Pass base. Da venerdì viene a mancare l’obbligo di quarantena di una settimana per i contagiati che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, a cui basterà un tampone negativo, mentre per i contatti stretti sarà necessaria solo l’autosorveglianza, ossia l’obbligo di indossare una mascherina FFP2 nei luoghi chiusi per i dieci giorni successivi all’ultimo contatto con un positivo. Obbligo di Green Pass base, quello ottenibile anche solo tramite tampone, per salire sui mezzi pubblici e per entrare in ristoranti o bar al chiuso e nelle mense, così come per spettacoli dal vivo e eventi sportivi, ma solo al chiuso.
🔴#Covid19 – La situazione in Italia al 27 marzo: https://t.co/9bTOsOiTgh pic.twitter.com/ZSofuvQykZ
— Ministero della Salute (@MinisteroSalute) March 27, 2022