Il racconto della giornata di domenica 20 marzo 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel venticinquesimo giorno di guerra in Ucraina l’ONU dà le cifre della catastrofe umanitaria e il Presidente Zelensky annuncia il prolungamento della legge marziale contro i maschi che cercano di disertare la guerra e si rivolge al Parlamento di Israele, paragonando l’invasione russa all’Olocausto degli ebrei. Sul fronte economico la settimana che sta per iniziare sarà molto importante. Il Consiglio Europeo è previsto dal 24 marzo, mentre il Senato sarà chiamato ad esprimersi sul decreto Ucraina già approvato dalla Camera con l’aumento delle spese militari per dare supporto agli ucraini. In Francia, intanto, la campagna elettorale entra nel vivo a tre settimane dal voto per scegliere il nuovo Presidente della Repubblica. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
La stretta di Zelensky sull’opposizione e l’appello a Israele
25esimo giorno di guerra. L’ONU dà le cifre della catastrofe umanitaria: sono più di dieci milioni gli ucraini che hanno dovuto abbandonare le loro città per scappare dalle bombe, tra sfollati interni e quelli già usciti dal paese. Se a Leopoli il flusso è ordinato e la macchina degli aiuti funziona, racconta il nostro collaboratore Alessandro Ricci, nell’est del paese “si cerca la poca benzina che c’è e ci si mette su un’auto, ma scappare dalle bombe resta complicato”, racconta l’inviato del Corriere della Sera Andrea Nicastro.
Un gruppo di deputate ucraine accusa di stupri i soldati russi, ma il governo di Kiev non conferma la notizia: sono in corso verifiche, fa sapere il governo.
Zelensky annuncia che in Ucraina sarà limitata e messa sotto controllo l’attività di 11 partiti di opposizione, tra cui quelli socialisti. Tutti i canali televisivi del paese saranno unificati e riporteranno solo le notizie di una piattaforma governativa. Prolungata anche la legge marziale contro i maschi che cercano di disertare la guerra
. Poi il premier di Kiev parla al Parlamento israeliano e paragona l’invasione russa all’Olocausto degli ebrei nella seconda guerra mondiale.
Domani riprendono i negoziati diretti online tra le delegazioni di Russia e Ucraina. La diplomazia turca sostiene che un accordo non è lontano.
Nuove manifestazioni di cittadini ucraini contro gli invasori nelle città già occupate dai russi, mentre si combatte ancora a Mariupol, dove per conto di Mosca sparano i miliziani ceceni di Kadyrov e per Kiev il reggimento neonazista Azov. L’assistenza militare americana a Zelensky ha raggiunto i due miliardi di dollari, dice il Pentagono, ma gli Stati Uniti non vogliono essere coinvolti direttamente nel conflitto e quindi non invieranno truppe.
A Roma nuova manifestazione per la pace e contro l’aumento delle spese militari. I 5 stelle potrebbero ripensarci e non votare al Senato la mozione che mette 13 miliardi in più per l’acquisto di armamenti:
La situazione sul campo in Ucraina
(di Emanuele Valenti)
La situazione più critica è sempre quella di Mariupol. Secondo le autorità locali nelle ultime 24 ore i bombardamenti hanno colpito anche una scuola che ospitava centinaia di persone, ma il municipio non è in grado di stabilire se ci siano delle vittime.
Dopo la denuncia di ieri sera, sempre delle autorità locali e di alcuni parlamentari, non sono arrivate conferme sulla possibile deportazione di migliaia di civili di Mariupol in territorio russo.
Nei giorni scorsi il governo di Mosca e i media russi avevano parlato del trasferimento di centinaia di persone. Lo ha fatto anche l’agenzia Reuters, dopo aver parlato con alcuni cittadini ucraini già in territorio russo. Ma non è chiaro se siano stati portati lì contro la loro volontà.
Nella battaglia di Mariupol i russi hanno confermato di aver perso un alto generale. Secondo Kiev sarebbe il settimo dall’inizio della guerra.
Mosca ha detto di aver sparato oggi dalle navi nel Mar Nero e nel Mar Caspio, anche un secondo missile ipersonico.
Nella regione di Luhansk, sempre nel Donbass, gli ucraini hanno parlato di un attacco, alcuni giorni fa, contro una residenza per anziani con decine di vittime.
In diverse località occupate dai russi ci sarebbero state delle manifestazioni di protesta. Citando la legge marziale il presidente Zelensky ha deciso di sospendere 11 partiti politici definiti filo-russi e di unificare i canali TV. Decisione presa in tempi di guerra, ma in linea con una stretta sull’opposizione e sui media che si era già vista negli anni scorsi.
A che punto sono i colloqui ufficiali tra Mosca e Kiev?
(di Emanuele Valenti)
A breve dovrebbero riprendere anche i colloqui ufficiali tra Mosca e Kiev.
Oggi il Ministro degli Esteri turco, Cavusoglu, ha detto che le due parti hanno fatto importanti passi in avanti e che sarebbero addirittura vicine a un accordo.
Cavusoglu, che nei giorni scorsi era stato sia in Russia che in Ucraina, non ha fornito particolari. Ma un consigliere di Erdogan ha fatto sapere che l’intesa sarebbe vicina su neutralità e non ingresso nella NATO. Come era già chiaro nei giorni scorsi, il nodo sarebbe quindi sulla questione territoriale: Crimea, repubbliche separatiste e territorio conquistato in queste settimane dai russi, a partire dal sud, dove si trova proprio Mariupol.
Questa settimana ucraini ed europei hanno fatto capire che dal loro punto di vista l’intesa non è vicina.
Infine la Cina – il Ministero degli Esteri di Pechino e l’ambasciata cinese a Washington – che ha criticato nuovamente le sanzioni alla Russia, facendo capire che probabilmente non farà pressione su Putin, come chiesto dagli Stati Uniti, affinché fermi la guerra.
Cresce il fronte italiano del NO all’aumento delle spese militari
(di Massimo Alberti)
Sul fronte economico la settimana prossima è previsto il Consiglio Europeo, dal 24 marzo, dove si tornerà a discutere di sanzioni ma anche dei possibili eurobond per finanziare un tetto ai prezzi di gas e petrolio.
Sempre la settimana prossima il decreto Ucraina arriverà al Senato, e questo potrebbe rimettere in discussione alcune decisioni della Camera. Su tutte, l’aumento delle spese militari, oggetto di una mozione votata dalla maggioranza e da Fratelli d’Italia, con le sole eccezioni di Sinistra Italiana, di alcuni ex 5 Stelle e dei deputati che fanno riferimento a partiti di sinistra come Potere al Popolo e Rifondazione. I dubbi ad aggiungere 13 miliardi alla spesa militare arrivano anche da esponenti PD come l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino che ha parlato di errore clamoroso. Ma al Senato il NO potrebbe arrivare anche dai 5 Stelle. Ai dubbi espressi da Conte si stanno aggiungendo quelli di diversi esponenti di primo piano, come il capogruppo al Senato Francesco Ferrara e quello dell’ex sottosegretario all’economia Stefano Buffagni. Un no che sarebbe ininfluente sul piano numerico ma che aprirebbe un problema nella maggioranza, e che nasce anche dalla scelta del governo di destinare alla crisi delle bollette e dei carburanti, oltre che degli alimentari che sta mettendo in crisi milioni di famiglie, solo 4.4 miliardi per non ricorrere ad un nuovo scostamento di bilancio e per non aver voluto toccare più di tanto gli oltre 40 miliardi di extraprofitti delle aziende energetiche. Raccogliendo così un malcontento diffuso e trasversale non solo del mondo pacifista per le spese militari, ma anche dalle parti sociali, Confindustria, consumatori, sindacati, per la modestia degli interventi sull’energia. Anche perché si aprirebbe così un altro tema politico: se il bilancio non si tocca, dove prendere quei 13 miliardi in più per gli armamenti, mentre si limita la spesa per gli aiuti sociali ai ceti più deboli?
La campagna elettorale francese entra nel vivo
In Francia la campagna elettorale per le presidenziali entra nel vivo: in un discorso pronunciato questa domenica davanti a decine di migliaia di persone riunite in Place de la République a Parigi, il candidato della sinistra Jean Luc Melenchon, per ora terzo dietro Macron e Le Pen ma dato in forte crescita nei sondaggi e che punta al secondo turno, ha chiesto un referendum sociale contro Macron. “Dobbiamo rimettere l’economia al servizio della nostra vita e non la nostra vita al servizio dell’economia!” il messaggio dal palco a tre settimane dal primo turno.
L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
Sono 60.415 i nuovi contagi da COVID-19 nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Più 25% rispetto a 7 giorni fa, tendenza che se confermata potrebbe indicare un primo segno di rallentamento della crescita della curva, in corso ormai da una decina di giorni. 93 i morti. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 4 in meno rispetto a ieri a fronte di 29 ingressi giornalieri. 111 in meno i ricoverati nei reparti ordinari.
🔴#Covid19 – La situazione in Italia al 20 marzo: https://t.co/9bTOsOiTgh pic.twitter.com/JCQyB2yNrM
— Ministero della Salute (@MinisteroSalute) March 20, 2022