Questa volta Salvini si è messo a elencare cose, suo grande classico, in inglese: “We are here for helping refugees… children… mums… pets (proprio nel senso di animali domestici -ndr)”.
Cercava di interrompere il sindaco di Przemysl che lo stava umiliando in diretta tv. Un video che ha fatto il giro d’Europa in cui il sindaco della cittadina polacca sul confine ucraino, a pochi chilometri da Leopoli, tira fuori una maglietta con l’effige di Putin, la stessa che Salvini indossava nelle foto che lo ritraggono di fronte al Cremlino qualche anno fa.
Il sindaco, Wojciech Bakun, gli ha contestato l’amicizia con Putin, gli ha proposto di indossare la maglietta con l’immagine di Putin e di andare con la maglietta addosso insieme a lui al campo dove ci sono i rifugiati scappati dalla guerra “iniziata dal suo amico Putin”: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo”.
Salvini ovviamente se ne è ben guardato e si è allontanato. Inseguito da altre grida, in perfetto italiano: “Pagliaccio, buffone, vergognati”. Si vedono uomini con macchine fotografiche in mano che lo contestano. Probabilmente operatori sul posto.
Salvini è in difficoltà. La sua amicizia con Putin è un problema. Per occultarla sta cercando di accreditarsi come pacifista. La settimana scorsa aveva già rimediato una figuraccia quando aveva detto che sarebbe andato in Ucraina a organizzare non meglio precisati “corridoi umanitari” e che ne aveva parlato con Caritas e Sant’Egidio. Contattati anche da Radio Popolare, Caritas e Sant’Egidio avevano smentito. Poi qualcuno deve avergli spiegato che in Ucraina i soldati dell’amico Putin sparano e uccidono e quindi ha ripiegato sulla Polonia.
C’è da chiedersi come non sapesse che il sindaco di Przemysl è sì di destra come lui ma, a differenza sua, di una destra anti russa.
Chissà se avranno osservato la scena i responsabili dei numerosi sponsor che Salvini esibiva sulla giacca. Una serie di aziende italiane importanti che finanziano la onlus “Cancro primo aiuto”. Con sede a Monza, nel suo comitato figurano i principali politici lombardi, dalla Lega al PD, dal presidente della Regione Fontana al sindaco di Bergamo Gori.
Bel testimonial, si sono scelti.