Si chiamava Adel Kermiche e aveva 19 anni. È lui l’unico terrorista identificato tra i due che hanno condotto l’assalto a Saint-Etienne-du Rouvray, rivendicato dall’Isis. Per due volte il 19enne ha cercato di andare a combattere in Siria e per due volte è stato respinto in Francia. Per la seconda volta, si era fatto prestare dal cugino la carta d’identità per cercare di eludere i controlli, ricostruisce Le Parisien. Dal 18 marzo 2016 si trovava in libertà vigilata, con un braccialetto elettronico. Secondo il racconto della madre ha cominciato a radicalizzarsi dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo del gennaio 2015. Ha commesso l’attentato alla chiesa a partire dalle 10, proprio nel mezzo della finestra di tempo in cui gli era consentito allontanarsi da casa.
Anche il secondo terrorista è stato identificato. Si tratta, secondo il quotidiano Le Point, di Abdel-Malik Nabil P, ragazzo classe 1996 nato nella regione della Savoia, a 600 chilometri da Saint-Étienne-du-Rouvray. Il quotidiano francese aggiunge che anche quest’ultimo sarebbe stato segnalato alla polizia come un personaggio radicalizzato.
I due sedicenti “soldati del Califfato”, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, si sono introdotti in chiesa brandendo dei coltelli e con addosso una finta cintura esplosiva. Hanno poi proclamato un sermone in arabo e hanno chiesto a padre Jacques Hamel di inginocchiarsi, ma secondo alcune ricostruzioni il parroco si è rifiutato. Tutto questo sarebbe stato registrato in un video dai due jihadisti. Ad oggi, il decesso del religioso è l’unico confermato, mentre un altro fedele è ancora in condizioni gravissime. Padre Jacques aveva preparato un messaggio di augurio per le vacanze, in cui ricordava l’importanza di stare insieme.
L’inchiesta ha portato all’arresto di un minore, che secondo il Ministero dell’Interno però non ha alcun legame con l’attentato. Ora si cerca chi sono stati i fiancheggiatori dell’attentato. Il municipio di Saint-Etienne-du-Rouvray dalle ore immediatamente seguenti l’attentato hanno costituto una “cellula di supporto psicologico” per aiutare la popolazione a superare questo momento.
Il presidente francese Francois Hollande e il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve hanno affermato che non ci saranno altre strette sulla Costituzione, nonostante le pressioni della destra di Nicholas Sarkozy e Marine Le Pen che chiedono misure più drastiche. Il Paese, dopo Nizza, ha già prolungato lo stato di emergenza. Hollande ha detto che “la Francia è in guerra” con lo Stato Islamico e che continuerà a bombardare Iraq e Siria. Secondo il giornalista di France24 Wassim Nasr, esperto di terrorismo jihadista, le operazioni militari “non ridurranno la minaccia terroristica interna”, né “l’attrattività di questa ideologia”.