Mentre oltre 100 Paesi, migliaia di associazioni, centinaia di premi Nobel e di ex capi di stato chiedono di sospendere per tre anni i brevetti sui vaccini per il COVID, in Italia viene concessa un’ulteriore estensione temporale ad alcuni dei brevetti utilizzati da AstraZeneca, Pfizer e Moderna.
Le regole sulla proprietà intellettuale stabilite dagli accordi TRIPs, entrati in funzione dal 1995 all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, attribuiscono alle aziende farmaceutiche, che hanno prodotto un nuovo farmaco o un nuovo vaccino un monopolio di vent’anni nella sua produzione e distribuzione; per questa ragione i prezzi dei vaccini sono molto alti e miliardi di persone ne sono privati, mentre le aziende farmaceutiche fanno guadagni stratosferici.
Pfizer ha annunciato in questi giorni di aver realizzato ricavi per 81 miliardi di dollari nel 2021, il doppio rispetto al 2020. Ma questo non basta. L’Italia, con una decisione dell’Ufficio brevetti che dipende dal Ministero dello Sviluppo Economico guidato dal ministro Giancarlo Giorgetti, ha prolungato la durata di alcuni di questi brevetti di un ulteriore periodo di monopolio che va dai tre anni e mezzo ai cinque, riducendo le possibilità di ricerca, facendo un enorme regalo alle multinazionali del farmaco. Inoltre, qualora nei prossimi anni in un altro Paese venga prodotto un vaccino che utilizzi questi brevetti in Italia non potrà essere utilizzato.
Questo è l’incredibile risultato di una ricerca condotta da alcuni esperti le cui conseguenze illustreremo in anteprima oggi a “37e2″.