Giorgia Meloni sperimenta sulla propria pelle cosa vuol dire mettersi contro Berlusconi, dopo anni di alleanza. A Mediaset stanno iniziando a cancellare le ospitate degli esponenti di Fratelli d’Italia. E’ una ritorsione dopo che lei è andata su Rete 4 e ha attaccato Berlusconi. Ma è anche il segnale che Berlusconi fa sul serio nel suo progetto centrista. Sempre ha usato le televisioni come arma politica e stavolta il nemico è Meloni, da schiacciare e isolare a destra mentre in Parlamento cresce il consenso per una legge elettorale proporzionale.
La vogliono i centristi che, Renzi in testa, sono impegnati in riunioni e incontri per mettere a punto la proposta, la vuole il PD che vede nel progetto centrista il possibile alleato strategico. E non lo dicono solo i riformisti. Oggi lo ha scritto pure Goffredo Bettini, che è stato l’artefice dell’alleanza del Partito Democratico con i 5 Stelle di Giuseppe Conte, adesso in deciso ribasso nelle quotazioni.
E mentre anche la Lega da segni di insofferenza, come oggi in Consiglio dei ministri dove non ha votato le misure anti-COVID ed era il primo Consiglio dei Ministri dopo la settimana del Quirinale, e a cui Giorgetti non ha partecipato, in Parlamento si lavora alla legge elettorale ed è come sempre un intreccio di interessi personali e strategie.
Alcuni deputati di Forza Italia starebbero addirittura pensando a una “lista Draghi presidente”. Un modo per loro rimanere in gioco. Mentre loro vorrebbero usare il brand Draghi per farsi rieleggere, si addensano i discorsi attorno all’ipotesi di una riconferma di Draghi a Palazzo Chigi. Se dalle urne uscisse una maggioranza ampia, una maggioranza Ursula, come si dice, dal PD a Forza Italia tenendo dentro gli altri centristi e il Movimento 5 Stelle o quel che ne rimarrà, chi potrebbe fare il Premier? Difficilmente uno del PD o di qualsiasi altro partito. Draghi osserva.