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Il capostazione: “Non è solo colpa mia”

Sarebbe stata una semplice eppure fatale dimenticanza la causa del disastro ferroviario che ha portato alla morte di 23 persone lo scorso 12 luglio tra Corato e Andria. Gli inquirenti hanno ascoltato il racconto del capostazione Vito Piccarreta che alla fine ha ammesso di aver alzato la paletta. Effettivamente, quella mattina, ha fatto partire i due treni che erano lì in stazione in quel momento, uno diretto verso Bari e l’altro vero Corato, l’ET1021 che si è poi scontrato con l’altro. Ma quel treno che era arrivato ad Andria con 23 minuti di ritardo Piccarretta non avrebbe dovuto farlo muovere dal binario, perché sapeva che proprio da Corato era già in arrivo un altro convoglio.

Forse la stanchezza, forse lo stress, forse un automatismo: il treno è partito alle 10.59. Solo alle 11.07, cioè circa un minuto dopo il disastro, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno, ma in quel momento nessuno dei due sapeva che c’era già stata la strage. Piccarreta ha, invece, negato di aver modificato i registri di partenza rinvenuti dalla polizia. L’alterazione riguarda l’orario di partenza del treno da Andria (alle 10.58) modificato a penna, anche se illeggibile. “Non è solo colpa mia”, avrebbe detto l’uomo, che è sotto shock, ma intanto si difende anche Alessio Porcelli, il capostazione di Corato. Tramite il suo avvocato, ha fatto sapere di non avere responsabilità, perché il collega non lo avrebbe avvisato della partenza del treno da Andria. La ricostruzione sembra completata, ma i verbali degli interrogatori, conclusi venerdì dopo le 21, sono stati segretati.

Intanto gli investigatori continuano le indagini anche sulla società Ferrotramviaria Spa, tirata in ballo da entrambi i capistazione. Sia Piccarreta sia Porcelli, infatti, hanno detto che il coordinamento centrale avrebbe dovuto comunque accorgersi del disguido e bloccare uno dei due treni, in quando erano stati avvisati del ritardo di 23 minuti. Ora ci si dovrà accertare se davvero i tecnici all’interno della sala operativa della società avevano gli strumenti per rendersi conto di quel che stava accadendo. L’altro filone dell’inchiesta sulla Ferrotramviaria riguarda il mancato raddoppio della tratta Andria-Corato. Secondo quanto emerso, le opere erano state appaltate dalla società utilizzando fondi europei girati dalla Regione.

E infatti, il primo bando risale a 4 anni fa, 27 aprile del 2012. I lavori dovevano iniziare nel gennaio del 2013 per finire entro l’ottobre 2015. Lo ha confermato anche l’ex assessore ai trasporti della Regione Puglia Guglielmo Minervini, sentito da Radio Popolare qualche giorno fa. “Ma i lavori non sono mai iniziati – ha spiegato Minervini – e allora nel 2014 la Regione ha nuovamente riprogrammato il raddoppio della Andria-Corato, spostando i finanziamenti dai fondi Fesr 2007-2013 a quelli 2014-2020”. L’ultimo bando pubblicato da Ferrotramviaria risale allo scorso19 aprile e scadeva il 30 giugno scorso ma è stata data un’altra proroga che scadeva proprio oggi. “Incredibile che se non fossero stati eterni i tempi della burocrazia italiana, a quest’ora staremmo parlando di altro”, ha concluso l’ex assessore Minervini.

Ascolta l’intervista all’ex assessore Guglielmo Minervini

Gugielmo Minervini

  • Autore articolo
    Bianca Senatore
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    Costrette a togliersi i vestiti, la biancheria intima e a fare dei piegamenti. Sette attiviste hanno raccontato di aver subito questo tipo di perquisizioni in questura a Brescia, dove sono state portate e trattenute per sette ore dopo il presidio organizzato ieri mattina da Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima generazione davanti alla sede bresciana di Leonardo. Alcuni parlamentari dell’opposizione hanno annunciato un’interrogazione al ministro dell’interno Piantedosi per avere chiarimenti. La questura di Brescia in una nota ha risposto che la dignità delle persone “è sempre stata tutelata, le procedure sono state rispettate. È stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe per rinvenire eventuali oggetti pericolosi” ha dichiarato. In una comunicazione precedente, invece, aveva definito quelle delle attiviste “provocazioni a cui non si è tenuti a rispondere”. Questo è il racconto di Arianna, un’attivista di Extinction Rebellion che è stata perquisita.

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    Luca Gemma omaggia Domenico Modugno con un disco dal titolo "Modugno sulla Luna". Otto brani, prodotti con Paolo Iafelice, riarrangiati per celebrare l'artisti. Il disco è diviso in due, quatrro pezzi sono in dialetto salentino e quattro in italiano. Il proggetto è nato dalla proposta di una compagnia di teatro danza leccese, la Koreoproject. Oggi a Jack Matteo Villaci ha avuto come ospite Luca Gemma, che ha regalato un paio di brani live.

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