È la settimana del Giorno della Memoria per continuare a indagare la deportazione, il ritorno della schiavitù in Europa, l’Olocausto, il Porajmos e lo sterminio dei deportati politici, dei diversamente abili, degli omosessuali, dei testimoni di Geova. Li ricordiamo con compassione per non dimenticare la criminalità abominevole di nazismo e fascismo e quindi da dove nasce la nostra Europa.
Durante questa settimana, Radio Popolare cercherà di raccontarvi nelle sue trasmissioni molto di quello che succede, soprattutto a Milano e in Lombardia. Ma quest’anno vi proponiamo anche un’idea originale, arrivata come in dono dal centenario della nascita di Gianfranco Maris, instancabile presidente dell’Associazione nazionale ex deportati, nonché lui stesso deportato, avvocato di parte civile nei molti dei più importanti processi a nazisti e fascisti, senatore.
Durante le celebrazioni grazie al lavoro di Fondazione memoria della deportazione, all’Istituto storico della resistenza di Bergamo, alle voci delle attrici del Collettivo Progetto Antigone, abbiamo ascoltato le testimonianze delle donne italiane deportate diventate scrittrici della loro memoria. Storie meravigliose e durissime, storie che ci insegnano cose che ancora non sappiamo: del ritorno, della vergogna, della impossibilità di essere capite. Con queste voci e letture, scelte e raccontate dalla direttrice dell’Isrec, Elisabetta Ruffini, abbiamo creato delle “memorie d’inciampo”, piccoli audio-racconti in cui inciamperete appunto nel corso della programmazione di Radio Popolare del prossimo 27 gennaio così come ci si imbatte a Berlino a Milano e in moltissime altre città d’Europa in uno di quei sampietrini dorati con inciso nomi e cognomi di chi è stato strappato alla sua libertà, deportata e mai tornato.
Le “memorie d’inciampo” diventano anche un podcast che sarà disponibile da giovedì per raccontare la memoria della deportazione femminile italiana attraverso le sue narratrici. E poi ancora vi faremo ascoltare il Concerto della Memoria del Conservatorio di Milano, quest’anno dedicato alLa musica proibita come strumento di Resistenza: Blues, Swing e Jazz, con interventi del nostro Claudio Ricordi e la conduzione di Ira Rubini.
Per chiudere la settimana con un altro concerto: domenica sera, dopo Sunday Blues, Camilla Barbarito, con Guido Baldoni alla fisarmonica, canteranno e suoneranno per voi: Io l’amavo come l’uva nera, musiche tradizionali e canzoni della deportazione di rom e sinti d’Europa, un progetto teatrale di Camilla Barbarito e Kostantìn Vòrnicu per ricordare il campo di Terezin dove furono internati migliaia di artisti e intellettuali. Buona memoria.