Le fotografie sembrano scattate dopo un uragano. Sulle rotaie della Union Pacific Railrod, una delle più grandi compagnie ferroviarie statunitensi, nella Downtown di Los Angeles, i treni merci attraversano una distesa di scatole di cartone, imballaggi di carta e confezioni di plastica. Non sono scatole qualsiasi, però, ma portano le etichette della maggior parte delle principali società statunitensi di spedizioni come UPS, FedEx e Amazon.
Sono quello che resta di un’ondata di furti ai vagoni dei treni merci che, secondo la Union Pacific, negli ultimi mesi sono aumentati, in media, del 160%. Un problema, questo, che si aggiunge alla già nota crisi globale della catena dell’approvvigionamento, che ha colpito molto duramente i porti di tutto il mondo, compresi i due porti gemelli di Long Beach e Los Angeles, uno degli snodi commerciali principali per tutti gli Stati Uniti, soprattutto per le merci che arrivano dall’Asia.
Qui i container attendono per giorni di essere scaricati a causa dell’ingolfamento a terra legato alla mancanza di manodopera. È uno dei tanti effetti della pandemia, che ha colpito i meccanismi delle catene di approvvigionamento innescando prima un crollo della domanda di merci, poi la chiusura di fabbriche e infine una riduzione dell’attività dei porti. Crisi che si è manifestata con scaffali vuoti nei negozi, articoli introvabili online, enormi ritardi nelle consegne e aumento dei prezzi. Ora, a tutto questo, si sono aggiunti i furti.
I treni della Union Pacific portano la merce dai porti congestionati di Los Angeles, a circa metà delle città statunitensi. Trasportano di tutto: dai cellulari, agli abiti firmati, dalle mascherine ai covid-test fai da te. Bande di moderni banditi rompono i lucchetti dei container con le cesoie e poi caricano la merce sui camion. Quando poi se ne vanno loro, decine di altre persone approfittano del caos per cercare qualche oggetto lasciato indietro dai ladri da rivendersi e fare qualche dollaro.
È una scena che ricorda gli assalti alle carovane dei banditi del Far West, ma la modernità della realtà rende tutto questo ancora più drammatico. A Los Angeles, la città scintillante dei divi di Hollywood, vivono più di 60mila senzatetto, e la pandemia non ha fatto altro che accrescere le enormi disuguaglianze di questa città. Secondo rapporto dell’università UCLA pubblicato a dicembre, tra marzo 2020 e luglio 2021 circa 1500 senzatetto sono morti ai bordi delle strade di Los Angeles. Un numero che, secondo gli stessi autori del rapporto, è verosimilmente calcolato al ribasso.
L’aumento dei prezzi degli affitti, la carenza di abitazioni a basso costo e la mancanza di una rete strutturata che si prenda cura delle persone con problemi mentali e dipendenze e di quelle che escono di prigione sono solo alcune delle cause della forte povertà che attraversa Los Angeles ormai da anni. E ora, il covid, e tutto ciò che ne consegue, che ha colpito la California in modo particolarmente duro.
Questo è ciò che c’è dietro alle fotografie delle scatole abbandonate sulle rotaie, dietro agli scaffali vuoti o dietro al ritardo di quel pacco da Amazon che aspettiamo da tempo. Un pacco che forse non arriverà mai, perché a Los Angeles qualcuno l’ha venduto e, forse, ha usato il ricavato per mangiare la sera.