Approfondimenti

Salvini in difficoltà sulla corsa al Quirinale, le reazioni dei tennisti al caso-Djokovic e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di sabato 15 gennaio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Enrico Letta incalza i leader del centrodestra all’indomani della candidatura di Berlusconi: Salvini rischia di rimanere con un pungo di mosche in mano. Oggi Giulio Regeni avrebbe compiuto 34 anni, ma la verità sulla sua morte è ancora lontana. Il mondo dello sport guarda ancora con attenzione a Melbourne, dove Novak Djokovic non sa ancora se potrà restare in Australia per il primo tornei del Grande Slam di tennis; i suoi colleghi tennisti sono per lo più critici. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Corsa al Qurinale: Salvini è quello che rischia di più

(di Michele Migone)

Enrico Letta gioca di contropiede dopo il vertice del Centrodestra che ha ufficialmente candidato Silvio Berlusconi al Quirinale. Il Segretario del PD, dopo aver  ripetuto che il nome del Cavaliere è solo una provocazione, ha proposto ai partiti della maggioranza di governo una patto di legislatura:  un nome condiviso per il Quirinale per evitare che il quadro politico imploda e si vada a votare. 

Matteo Salvini, ora prigioniero della parola data al leader di Forza Italia, vorrebbe dialogare con il PD, ma non sa come fare perché in questo momento si trova in un cul de sac.

 Nel vertice sull’Appia Antica Matteo Salvini avrebbe dovuto dire: “No grazie, Silvio. Grazie per la tua generosa proposta di candidarti, ma scegliamo un’altra strada”. E invece non lo ha fatto. È rimasto succube e prigioniero del rapporto con il Cavaliere e ora, nel Centrodestra è quello che rischia di più.

Primo scenario: se Silvio Berlusconi va avanti per la sua strada, se gli assicura che i voti ci saranno, il leader della Lega è costretto a seguirlo. Fino alla quarta votazione. E se il capo di  Forza Italia cade, cade anche lui. E Salvini non può neppure sperare che Berlusconi venga impallinato dai franchi tiratori. Perchè anche in qual caso, anche lui ne esce perdente. Secondo scenario: Berlusconi rinuncia tra qualche giorno. In questo caso Sarà il Cavaliere e non Salvini a indicare il nome del prossimo candidato al Quirinale su cui puntare, accordo o no con il Centrosinistra. Terzo scenario: Salvini  prende il coraggio a due mani e stoppa Berlusconi perché si rende conto che i voti non ci sono e quindi va a trattare  con Letta. Lo fa però da  una posizione di debolezza e non di forza.

Risultato:  non riesce a imporre un suo nome. Letta gli propina un Giuliano  Amato. Insomma, in tutti i casi, il leader leghista rischia di uscirne male o molto male. Per questo la sua reazione all’uscita di Letta di oggi non è stato un si, ma neppure un no. Magari Salvini ha una carta coperta da giocare. Vedremo se sarà così.  

Oggi il compleanno di Giulio Regeni: la giustizia è ancora lontana

Oggi Giulio Regeni avrebbe festeggiato il suo 34esimo compleanno se non fosse stato ucciso dalle forze di sicurezza del regime egiziano.

In molti hanno voluto ricordare questa data. Un modo per non far scendere l’oblio sulla vicenda del ricercatore italiano. Tra i tanti che hanno ricordato Giulio c’e’anche Erasmo Palazzotto, il presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’uccisione di Regeni.

Nel suo messaggio su Facebook ha parlato di un doppiopesismo imbarazzante da parte dell’Italia e della Ue sulla questione dei diritti umani.

Australian Open: le opinioni dei tennisti sul caso Djokovic

“L’Australian Open è molto più importante di qualsiasi giocatore, sarà un grandissimo evento a prescindere dalla sua presenza.” Si è espresso così Rafa Nadal, commentando la situazione di Novak Djokovic. 

Al suo seguito si sono pronunciati anche altri colleghi, come la tennista iberica Garbine Muguruza, la quale ha dichiarato che tutto questo si sarebbe potuto evitare semplicemente se Nole si fosse vaccinato.

Anche Stefanos Tsitsipas, numero 4 del mondo, ha criticato il comportamento del tennista serbo. Il greco ha infatti sostenuto, in un’intervista alla stampa indiana, che Djokovic abbia giocato con le sue regole e fatto quello che altri tennisti non hanno potuto permettersi, facendoli passare per stupidi.

Adriano Panatta, leggenda del tennis italiano, dopo che Nole era riuscito ad ottenere l’esenzione medica prima del suo arrivo in Australia, si era limitato su Twitter a condividere una citazione semplice ma efficace del Marchese del Grillo: “Io so’ io… e voi non siete un cazzo!” Ha anche aggiunto in un’intervista che comunque vada a finire, ne uscirà con pochissima credibilità e sicuramente non da vincitore.

Uno dei pochi a schierarsi apertamente a favore di Djokovic è stato Sascha Zverev, tedesco numero 3 del ranking, il quale ha dichiarato che non è giusto che una persona vada in Australia e poi non possa giocare, anche perché era in possesso del suo visto e non sarebbe partito senza le garanzie necessarie per poter disputare il torneo. Ha poi concluso aggiungendo che se non fosse stato il numero 1, tutto questo caos non sarebbe mai successo.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono 180.426 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In calo rispetto a Ieri, quando erano stati 186.253. Le vittime sono invece 308 mentre ieri erano state 360.

Il tasso di positività scende al 14,8% e i pazienti in terapia intensiva sono 1.677, 2 in meno nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 141. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 351 in più rispetto a ieri. 

Secondo il report dell’istituto superiore di sanità, poi, aumentano i contagi tra gli operatori sanitari e le ospedalizzazioni tra i bambini under 5.

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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