Anche Mattarella domani nel suo discorso di fine anno, che è anche un discorso di fine mandato, probabilmente farà appello all’unità più ampia possibile.
Per superare la pandemia certo. Ma anche per eleggere il suo successore. Il problema è che ci sono troppi ego, troppe ambizioni personali, troppi che giocano la loro partita di potere. Il più grande, ipertrofico ego che volteggia come uno spettro è quello di Berlusconi.
Glielo stanno dicendo in tanti che se si fa da parte la situazione si sblocca. Oggi lo ripetono Letta e i grillini. Il problema è che sono tutti avversari politici.
Il problema è che nessuno della sua parte ha il coraggio di dirglielo. Un po’ perché ci immaginiamo la scena. Chi ci va a spiegargli che è finita, che basta war room sulla via Appia e telefonate ai grandi elettori? Ci va la figlia Marina? Ci va Confalonieri come ai vecchi tempi?
E un po’ perché il centrodestra è ben felice di agitare la minaccia Berlusconi. Senza Berlusconi probabilmente non starebbero più insieme da tempo. Senza Berlusconi avrebbero meno forza contrattuale per portare uno dei loro -uno presentabile- al Quirinale.
E così questa situazione surreale perdura.
Vedremo se il discorso di Mattarella aiuterà a sbloccarla.
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