Al bisnonno Silvio non si dice no. Non in faccia, perlomeno e così ieri al pranzo nella sua villa romana tutti i leader del centrodestra hanno ribadito a Berlusconi che sì, la coalizione è unita e il candidato al Quirinale è lui. Dopo il dessert Berlusconi, che stupido non è, ha rinviato tutto a gennaio.
Perché la verità è che il centrodestra è unito solo formalmente. Salvini sa che sul Quirinale si gioca tutto perché una soluzione che portasse a elezioni anticipate rischierebbe di venire impallinata dal gruppone di parlamentari leghisti che sono consapevoli che per loro questo è l’ultimo giro in Parlamento. Meloni è più impegnata a fare la guerra a Salvini che altro. Forza Italia è al tramonto.
La fortuna del centrodestra è che il PD, oltre a Draghi non ha carte da spendere.
In questa situazione sguazzano quelli che cercano di fare valere i loro voti al meglio. Oggi la palma a Italia Viva, di nuovo, e al Movimento 5 Stelle. I primi ribadiscono con Boschi di essere pronti a votare insieme al centrodestra. Per quanto riguarda i secondi, Berlusconi fa diplomazia regalando a Di Maio alcuni quadri per Natale dalla sua quadreria. E Conte, che sul Quirinale non ha ancora toccato palla, fa dire ai suoi “non siamo più quelli di Rodotà-Rodotà”. Come dire: anche noi ci teniamo le mani libere.