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Il primo suicidio assistito in Italia, le nuove misure anti-COVID in arrivo e le altre notizie della giornata

firme eutanasia legale ANSA

Il racconto della giornata di martedì 23 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Per la prima volta in Italia, sulla base della sentenza di 3 anni fa della Consulta sul caso di dj Fabo, un uomo potrà ricorrere al suicidio assistito. Le prossime ore saranno decisive per le nuove misure anti-COVID al vaglio del governo, ma c’è ancora molto da definire. Intanto da domani sarà possibile fare la terza dose a cinque mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Via libera al primo suicidio assistito in Italia

Per la prima volta in Italia, sulla base della sentenza di 3 anni fa della Consulta sul caso di dj Fabo, un uomo potrà ricorrere al suicidio assistito in Italia. Il comitato etico dell’Asl delle Marche, a cui l’uomo si è rivolto, gli ha riconosciuto i requisiti stabiliti dalla Consulta. Mario, tetraplegico di 43 anni, è tenuto in vita artificialmente, ha una malattia irreversibile che gli provoca sofferenze intollerabili, è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, non vuole avvalersi di altri trattamenti sanitari. Mario ha vinto la sua battaglia giudiziaria, anche se non tutti i nodi sono stati sciolti.
Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni:


 

Le ore decisive per le nuove misure anti-COVID

Potrebbe essere anticipata a domani la cabina di regia sulle nuove misure anti-COVID allo studio del governo e subito dopo si dovrebbe tenere il Consiglio dei Ministri per il via libera. Questo è quanto fatto trapelare oggi da Palazzo Chigi. Sul tavolo l’obbligo della terza dose per i sanitari e il personale delle RSA, la riduzione della durata del Green Pass a 9 mesi e soprattutto le restrizioni per i non vaccinati. Sul cosiddetto Super Green Pass si sta ancora trattando in queste ore.

(di Massimo Alberti)

Bianca, gialla o arancione. Che il Green Pass solo per vaccinati e guariti ci sarà, è una certezza. A quali condizioni, la maggioranza deve decidere in 24 ore. Le posizioni delle regioni rispecchiano il quadro politico. A chiedere misure selettive per i non vaccinati già ora sono Forza Italia e i suoi ex, col presidente della Liguria Toti in testa, i presidenti PD guidati da Bonaccini. Preferirebbero solo zona gialla o arancione i presidenti leghisti, stretti tra le pressioni degli industriali del nord, che lo vorrebbero subito, e l’equilibrismo di Salvini. Il capo della lega oggi ha fatto capire che resta sul no: non mandiamo messaggi che spaventino le persone, ha detto. Ma anche il suo numero due e ministro, Giorgetti, alla domanda esplicita, ha risposto “non so”. Sulla stessa linea il portavoce delle regioni, il leghista Fedriga, che ha parlato di misure da prendere in caso di peggioramento, quindi non ora. Tra gli altri ministri nessuno si sbilancia anche a microfoni spenti, su come finirà. Draghi non ha parlato. Sa che il tempo è poco e serve agire adesso. Farà digerire anche ai leghisti le restrizioni da subito? O scommetterà sul successo dei richiami, accettando la mediazione delle zone gialle sapendo che ci potrebbero finire solo alcune regioni, quindi con impatto limitato, o l’arancione, a cui però si arriverà difficilmente. così le restrizioni selettive resterebbero una minaccia per provare ancora ad aumentare i nuovi vaccinati, sapendo però che fin qui, il green pass è servito molto poco a questo scopo. Una mediazione più morbida potrebbe esser bilanciata ad altre misure: pass obbligatorio per i mezzi pubblici, stretta su durata e tipo di tamponi, ritorno della mascherina all’aperto. In ogni caso la durata del pass sarà portata almeno a 9 mesi. Entro fine anno si arriverà al picco dei contagi. Arrivarci sotto natale sarebbe un fallimento che Draghi non può permettersi.

La terza dose a 5 mesi dalla prima: si parte già domani

E da domani sarà possibile fare la terza dose a cinque mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale, dunque della seconda dose. Le regioni si stanno organizzando in queste ore per modificare i calendari e permettere le prenotazioni. Ora ascoltiamo Antonio Clavenna, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, a cui abbia fatto una serie di domande per capire le ragioni scientifiche che hanno portato ad anticipare la terza dose.
La prima domanda che gli abbiamo posto è quanto dura la copertura vaccinale con due dosi:


 

Perchè tante donne vittime di stalking decidono di non denunciare

(di Chiara Ronzani)

In Italia secondo l’Istat sono 3 milioni e mezzo le donne che hanno subito stalking. Mettere sotto sorveglianza tutti i persecutori sarebbe impossibile, ma distinguere i gradi di rischio si può. Vorremmo non raccontare più dei femminicidi annunciati. In cui l’assassino era stato denunciato dalla vittima, magari più volte.
Non si tratta di casi isolati. Nel 2015 una donna su quattro di quelle uccise aveva denunciato il suo assassino. Lo Stato non è in grado di proteggerle, e questo spiega anche perché tante donne scelgano di non denunciare.
Una delle ragioni di questo buco è proprio l’impreparazione dei magistrati. Quando ci riferiamo alla violenza sulle donne “non dobbiamo parlare di chiaroveggenza, ma di valutazione del rischio” – spiega Paola Di Nicola, magistrata e consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato. “La valutazione si fa conoscendo il fenomeno, sulla base di parametri di carattere oggettivo e soggettivo” – continua Di Nicola. “Lo stalking, ad esempio, è un reato abituale, uno di quelli che si ripete”.
Le norme ci sono, bisogna essere in grado di comprendere la situazione ed affrontarla correttamente. Anche il Csm ha messo nero su bianco in diverse risoluzioni la necessità di formazione degli operatori: servono sezioni specializzate, che si avvalgano di competenze giuridiche, ma anche psicologiche e sociali.
Ci sono poi misure, come quella del braccialetto elettronico che in Italia vengono usate in rarissimi casi: si dice che costino troppo.
L’effetto tragico di queste mancanze lo contiamo con una donna ammazzata ogni tre giorni.

Altri due morti sul lavoro in 24 ore

Ci sono stati due morti sul lavoro oggi in Italia. Nel comune di Rodano, in provincia di Milano, un operaio di 46 anni, Fabrizio Franzinelli, è morto nel cedimento di uno scavo. L’uomo stava lavorando per una ditta alla posa di alcune tubature nella zona industriale della cittadina, quando è stato sepolto da una frana. A Soddì, in provincia di Oristano, un poliziotto è morto durante un’esercitazione di tiro al poligono, colpito da un proiettile sparato accidentalmente. Il poliziotto, di 50 anni, era arrivato in Sardegna da qualche giorno per partecipare a un corso di aggiornamento.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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