I fautori della messa al bando di Forza Nuova si dicono ottimisti soprattutto ora che la discussione al Senato e alla Camera è stata calendarizzata per mercoledi prossimo.
“Avremo la maggioranza e poi Draghi si comporterà di conseguenza” affermano.
Il Governo in effetti attenderà il voto delle mozioni contro Forza Nuova, prima di agire. Ma rimane orientato a sciogliere la formazione fascista. In questi giorni Palazzo Chigi sta consultando esperti di diritto e costituzionalisti per arrivare a una decisione basata su solidi argomenti giuridici.
Un decreto che imponesse lo scioglimento con la formula della straordinaria necessità e urgenza sarebbe possibile come conseguenza dell’assalto alla sede della Cgil, sabato scorso. E poi ci sono i precedenti penali dei leader per reati legati alla loro attività politica. E il pronunciamento della Corte di Cassazione che già nel 2012 ribadì la natura nazifascista di Forza Nuova.
Preoccupa poco l’argomento di chi sostiene che sciogliere Forza Nuova significherebbe sparpagliare i suoi membri in altre formazioni. “E chi se li prende? La Meloni? O la Lega? Con tutti i fari accesi su di loro?” è il ragionamento.
Insomma gli elementi giuridici ci sono e i numeri in Parlamento non dovrebbero mancare, nonostante l’opposizione di tutto il centrodestra, con una linea condivisa sia da Fratelli d’Italia che sta all’opposizione sia dalla Lega e, tranne poche eccezioni, da Forza Italia, che stanno in maggioranza: “O si sciolgono tutte le formazioni estremiste, anche quelle di sinistra, o niente”.
Ci sarà quindi una spaccatura nella maggioranza di governo su un tema dal fortissimo contenuto ideologico ed è casomai questo il timore maggiore nonché il fattore che potrebbe eventualmente fare cambiare idea a Draghi. Ecco perché non solo l’esito del voto delle mozioni di scioglimento ma anche il modo con cui verrà condotto il dibattito in aula saranno osservati con grande attenzione